Casta in Sicilia, per i deputati dell’Ars torna la scala mobile

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Dicembre 2013 - 15:51 OLTRE 6 MESI FA
Casta in Sicilia, per i deputati dell'Ars torna la scala mobile

Palazzo dei Normanni a Palermo, sede dell’Ars

PALERMO – Per i deputati dell’Assemblea regionale siciliana torna la scala mobile: il loro stipendio di oltre 11mila euro lordi verrà adeguato all’aumento del costo della vita. I politici dell‘Ars costano, ciascuno, un milione e 777mila euro l’anno, cioè 85mila euro in più rispetto ad un senatore, quasi 3mila euro a seduta, in tutto 160 milioni di euro l’anno. I dati sono contenuti in un dettagliato articolo di Gian Antonio Stella pubblicato sul Corriere della Sera.

E vengono inquadrati in una situazione, quella siciliana, tutt’altro che rosea: Bankitalia, riferisce Stella, nota che i primi sei mesi del 2013 hanno visto, nell’isola, la perdita di 65mila posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione al 21,1% e le imprese “alla canna del gas, con cali di fatturato e investimenti al palo”, scambi con l’estero ed export petrolifero crollati e mercato immobiliare “paralizzato”. Dà man forte Confcommercio: “il Pil pro capite, già precipitato nel 2012 a 15.136 euro (meno della metà di quello lombardo), è destinato a calare ancora nel 2014 scendendo rispetto al 2007 addirittura del 13,3%”.

In questa situazione c’è chi, come il deputato ragusano Giorgio Assenza, scrive Stella, 

“non ne può più dei tagli alla politica, che undicimila euro al mese non sono «affatto spropositati» e che non gli si può imporre un panino se vuole andare al ristorante: «La rovina dell’Italia» sarebbero quelli che denunciano l’andazzo. Nel frattempo, la Sicilia sprofonda”.

Qualcuno ha provato ad opporsi ai super stipendi dei membri dell’Ars.

“Coi Forconi in piazza, i siciliani furenti e i grillini pronti a dimostrare di non avere mai incassato più di 2.500 euro al mese più le spese documentate, alla fine han dovuto cedere. D’ora in avanti la busta paga dei parlamentari isolani sarà di 11.100 euro lordi. Con qualche aggiunta (più bassa che un tempo) solo per i presidenti della giunta, dell’assemblea e delle commissioni. E 55 mila euro a testa per i portaborse, ma che dovrebbero esser versati direttamente (se è così, okey) ai collaboratori. Ultimo «ritocchino»: l’adeguamento automatico al costo della vita. Cioè il ripristino per i deputati siciliani, udite udite, della scala mobile”.

«In realtà abbiamo risparmiato sul lordo, ma non è detto che prendiamo meno sul netto», spiega Giancarlo Cancelleri, del Movimento 5 Stelle, «Infatti la somma comprende l’indennità che è lorda e la diaria che è esentasse. Se mettono l’indennità a 5.100 lordi e la diaria a 6000 euro netti andremmo addirittura a prendere di più…». Deciderà il consiglio di presidenza, dove i grillini sono assenti. Staremo a vedere”.

Stella riporta le parole del deputato ragusano Assenza, avvocato e presidente dell’Ordine degli avvocati.

«Non ritengo affatto spropositato per un deputato percepire un’indennità di undicimila e cento euro lordi… Perché, signor presidente, ognuno ha la sua dignità e non mi si può dire che devo venire qui con l’autobus, perché non ho il tempo neanche di prenderlo l’autobus. Poi con l’Ast siciliana abbiamo voglia di venire da Ragusa con l’autobus o con la littorina! O non mi si può dire che io mi devo mangiare il panino, me lo mangio quando è il caso, ma se non è il caso io vado al ristorante e lo pago con i miei soldi, così come faccio quando vado in trasferta per il Consiglio dell’Ordine degli avvocati. Però, signor presidente, tutto questo comporta che la funzione abbia una sua dignità. E allora la sua dignità merita un minimo; e quando io dico che non è spropositato io parlo perché è la realtà, perché queste somme, cari amici, vengono sommate poi al tuo reddito individuale che già è all’aliquota massima…». E il presidente dell’Ars, l’avvocato Giovanni Ardizzone, gli fa pure i complimenti. (…).

Quanto sia stata riottosa l’Ars a rassegnarsi alle regole degli altri italiani, lo conferma il destino di due emendamenti grillini. Il primo voleva bloccare i vitalizi agli ex deputati condannati per mafia o voto di scambio mafioso: bocciato. Il secondo di agganciare stipendi e pensioni dei dipendenti a un «tetto massimo fissato nel doppio dell’indennità lorda di carica del presidente della Regione». Un paradosso per denunciare l’indecenza che il segretario generale dell’Ars possa guadagnare, come dice lo stesso Crocetta, «650 mila euro lordi l’anno». Il doppio abbondante di Obama. Il triplo di Napolitano. Addirittura 43 volte più del Pil pro capite siciliano. Pare impossibile: emendamento bocciato.