I sindacati dei lavoratori del teatro Carlo Felice di Genova hanno offerto un’ipotesi di accordo al sovrintendente Giovanni Pacor ed al direttore di staff Renzo Fossati per superare la gravissima crisi finanziaria che rischia di far chiudere uno dei templi della lirica italiana. I sindacati hanno escluso il ricorso alla cassa integrazione in deroga, offerta da Regione e Comune, ed hanno proposto di rinunciare per il 2011 al contratto integrativo con un risparmio di circa due milioni di euro.
Domani, 1 ottobre, il consiglio di amministrazione del teatro esaminerà la proposta. ”Un Teatro non può essere messo in cassa integrazione. Non ha senso bloccare la cultura. Quando ci hanno chiesto la disponibilità a fare sacrifici abbiamo subito accettato di fare la nostra parte”, ha commentato cdella Fials, al termine della lunga trattativa fra vertici e sindacati del Carlo Felice.
I sindacati hanno accettato la mancata erogazione di un anno di integrativo: ”Faremo risparmiare due milioni e mezzo di euro, diventando i principali azionisti del Teatro”, ha commentato Lo Gerfo. Nel 2011 sulla base dell’andamento finanziario del Teatro potrà eventualmente essere presa in discussione una ulteriore sospensione dell’integrativo.
Poi c’è il problema degli ultimi quattro mesi del 2010: il mese di settembre è stato lavorato per cui sarà pagato, i mesi di novembre e dicembre dovrebbero prevedere attività artistiche. Resta il problema del mese di ottobre: ”Credo che il consiglio di amministrazione potrà trovare una soluzione per un mese considerando quello che abbiamo già concesso – ha detto Lo Gerfo -. Certamente però chiederemo una garanzia di controllo e di verifica perché non vogliamo più ritrovarci in queste condizioni”.
Domani sera si riunirà il consiglio di amministrazione per discutere sull’ipotesi di accordo. Le decisioni saranno comunicate sabato ai sindacati e ai dipendenti.