Lactalis-Parmalat. Massimo Riva: “I francesi alzano la posta e Tremonti si piega”

Pubblicato il 28 Aprile 2011 - 10:24 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Massimo Riva su Repubblica analizza amaramente l’affare Parmalat Lactalis e lancia una frecciata a quelli che considera deboli “patrioti”. Il suo ragionamento è pressoché questo: la Francia ha alzato la posta e i difensori dell’identità italiana, il ministro Giulio Tremonti in testa, si sono arresi.

Per Riva i soldi schiacciano i decreti “improvvisati” e quindi la cordata dei patrioti si sarebbe sciolta come neve al sole. “Stavolta nell’operazione si erano impegnati alcuni fra i nomi più importanti del gotha finanziario domestico come Intesa- Sanpaolo, Unicredit, Mediobanca: il meglio insomma del sistema creditizio, che avrebbe dovuto affiancare quel potente braccio economico pubblico che è la Cassa Depositi e Prestiti, opportunamente riformata nel suo statuto per chiudere la partita. Non appena i signori di Lactalis hanno detto di essere disposti a pagare 2,6 euro ad azione per l’intero capitale di Parma-lat, trombe e tamburi della gran banda nazionale si sono di colpo azzittiti”.

Per L’Italia è stata una sconfitta: prima ha scalpitato per il made in Italy e poi si è piegata ai francesi. Riva parla di una Caporetto economica e se la prende con Tremonti che  “cerca addirittura di trasformare una sonora batosta in una sorta di mezza vittoria facendo intendere che comunque il suo intervento avrebbe avuto il merito di far salire il prezzo delle azioni a vantaggio degli azionisti dell’azienda di Collecchio”.

“Si fatica a trovare nella storia politico-economica, non solo recente, una consimile Caporetto tanto di forma che di sostanza. Si dura meno fatica, viceversa, a indicare le ragioni di una tale debacle: a cominciare dalla furbizia pressappochista del ministro Tremonti che ha creduto di poter colmare con qualche decreto improvvisato il vero handicap italiano nella vicenda”, conclude Riva.