Zanda: “Così la Protezione Civile torna a svolgere il suo mestiere. Ok del Pd”

Pubblicato il 11 Luglio 2012 - 18:42 OLTRE 6 MESI FA
Luigi Zanda (Lapresse)

ROMA – “I senatori del Partito Democratico voteranno convintamente a favore della conversione in legge del decreto sulla Protezione civile. Perché ne condividono l’impostazione generale e il contenuto normativo. E perché ne apprezzano la netta discontinuità rispetto alla linea dei ‘grandi eventi’ che, nell’ultimo decennio, ha fortemente segnato l’immagine pubblica e la stessa identità della Protezione Civile italiana. Con questa legge la Protezione civile torna a fare il suo mestiere”. Così il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda annuncia il voto del suo gruppo al Decreto in votazione nell’Aula del Senato.

E poi spiega: “Il Parlamento italiano chiede oggi alla Protezione Civile non solo di proteggere nelle emergenze i cittadini, i loro beni, il territorio, ma di farlo all’interno di un ben definito quadro regolatorio, avendo sempre presente la delicatezza e la straordinarietà di quel potere di ordinanza che l’ordinamento prevede esclusivamente per le grandi emergenze”.

“Il primo significato del provvedimento è, quindi, quello d’aver meglio definito e delimitato lo stato d’eccezione sulla cui base è attribuito alla Protezione Civile il potere di emanare ordinanze con una forza, addirittura, in grado di derogare a larga parte della legislazione vigente. Questo è un punto centrale della nuova disciplina e il provvedimento affronta il problema e lo risolve in modo accettabile. Da un lato – spiega Zanda – la dichiarazione dello stato d’emergenza è affidata al Presidente del Consiglio, e cioè alla più alta autorità di un governo democratico, dall’altro è prevista la facoltà di delegare al Capo del Dipartimento della Protezione Civile un potere di ordinanza forte, ma estremamente limitato nel tempo e collegato ad una maggiore trasparenza nelle gare d’appalto”.

“Il decreto – spiega inoltre Zanda – fa ulteriormente avanzare una formula organizzativa ‘a rete’, che ruota intorno a un sistema organico di più enti, dotati ciascuno di distinte competenze, coordinati da un’autorità centrale. Il risultato atteso – conclude – è una maggiore efficienza di un sistema nel quale, accanto alle amministrazioni dello Stato e agli enti locali, assumono sempre maggiore importanza i volontari e più in generale, i cittadini”.