Pvc e ftalati minacciano la virilità? Novità e dubbi sui nuovi studi

Pubblicato il 16 Aprile 2012 - 14:41 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il Pvc minaccia la salute e in particolar modo la virilità. Meglio, gli ftalati, cioè quei derivati chimici del petrolio che rendono malleabili, morbidi, sottili le applicazioni del Pvc. Tra le (inevitabili) semplificazioni giornalistiche e le smentite (inevitabili anch’esse) del rappresentante dei produttori italiani di Pvc, dov’è la verità, cosa deve desumere il cittadino/lettore a proposito di un prodotto come la plastica che praticamente occupa ogni interstizio della nostra esistenza quotidiana?

Cerchiamo di partire dai fatti e dalla successione delle notizie sui media. Innanzitutto il contesto: è un fatto è che il Dehp, uno dei più utilizzati additivi (ftalato) è da quasi dieci ani un osservato speciale per eventuali rischi alla salute: gli esperimenti su animali lo dichiarano pericoloso, sugli esseri umani i protocolli scientifici non giustificano l’allarme. L’Europa proibisce l’uso degli ftalati sui giocattoli.

L’autorevole rivista scientifica Human Reproduction ha pubblicato gli ultimi studi di tre gruppi diversi di ricercatori francesi che arrivano alle medesime conclusioni e cioè che gli ftalati asscociati al Pvc alterano gli equilibri ormonali e inibiscono la produzione di testosterone. Da qui il lancio da parte del quotidiano Italia Oggi, a firma Massimo Galli, che sintetizza la questione con il titolo “Il pvc minaccia la virilità”. Sintesi che è apparsa fuorviante a Carlo Ciotti, presidente del Pvc Forum: si confonde il Dehp con tutti gli ftalati, i quali non sono tutti uguali (cioè ugualmente pericolosi), solo una parte degli articoli in Pvc utilizzano plastifivcanti e solo a pochi tra questi si applica il Dehp, sul Pvc rigido usato per i serramenti di porte e finestre non contengono plastificanti. Galli di Italia Oggi, replica alle obiezioni rimproverando la volontà del contraddittore di “non entrare nel merito dello studio pubblicato da Human Reproduction”.

Chi ha ragione? E’ complicato. Da una parte il legittimo allarme suscitato da tre studi diversi accreditati come attendibili da una rivista seria come Human Reproduction, che mostra, soprattutto sperimentazioni su umani che contraddicono le ragioni finora addotte che garantivano la sicurezza del pvc in generale e degli additivi in particolare. Finora non c’era stata alcuna dimostrazione che gli ftalati siano interferenti endocrini (IE) per gli esseri umani. Alcuni ftalati causano effetti riproduttivi ad alti dosaggi in ratti e topi tramite un processo che apparentemente coinvolge il sistema endocrino. Comunque questi effetti sono stati osservati soltanto a livelli di esposizione estremamente alti rispetto all’esposizione umana. Inoltre studi su primati non umani non mostrano effetti avversi dopo elevata esposizione agli ftalati.

Dall’altra parte le giustificazioni dei produttori e dell’industria in genere si sono poggiate su evidenze che hanno consentito il vasto utilizzo di ftalati. In particolare i risultati scientifici in merito alla tossicità del DEHP per l’essere umano sono controversi, sono limitati gli studi epidemiologici, inoltre è usato da più di 40 anni nei prodotti medicali. E comunque il DEHP è un contaminante ubiquitario: bandirlo dai giocattoli , (giocattoli per la dentizione dei neonati ed anche ogni oggetto che possa venire a contatto con la bocca dei neonati) non ha risolto il problema dell’esposizione infantile.