“1992”: Sky su “Mani Pulite”. Dopo Gomorra la serie sulla nostra storia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Febbraio 2015 - 11:52| Aggiornato il 25 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
"1992". Sky mani pulite. Dopo Gomorra la serie sulla nostra storia

“1992”. Sky mani pulite. Dopo Gomorra la serie sulla nostra storia

ROMA – Anno 1992, al Tg1 il 19 febbraio l’anchor man del Tg1 Piero Badaloni annuncia l’arresto dell’ingegner Mario Chiesa. Questo l’inizio dell‘inchiesta Mani Pulite, che ha dato il via a Tangentopoli. Un incipit però che è anche quello della nuova serie televisiva di Sky dal titolo 1992, in cui 6 italiani raccontano la loro vita durante Tangentopoli.

Dopo Gomorra Sky torna a scegliere una serie televisiva per raccontare la nostra storia. Una serie di 10 puntate ideata da Stefano Accorsi, attore e protagonista.

Andrea Balzanetti sul Corriere della Sera scrive:

“Inizia così «1992», la fiction in 10 puntate prodotta dalla Wildside di Lorenzo Mieli («In treatment» e il film di Pif «La mafia uccide solo d’estate»), in arrivo su Sky a fine marzo, diretta da Giuseppe Gagliardi («Tatanka»). È nata da una idea di Stefano Accorsi, che ne è il protagonista.

Tra pochi giorni aprirà – prima volta per un prodotto tv italiano – il Festival del Cinema di Berlino. Ed è attesissima. Perché, sia pure in modo indiretto, cioè attraverso i cambiamenti che i fatti del 1992 causano nella vita quotidiana di sei «persone comuni», è la prima storia televisiva ad affrontare le vicende che 23 anni fa sconvolsero il Paese e spazzarono via una intera classe politica, sostituita da uomini e movimenti nuovi”.

La serie mostra la nascita di Forza Italia,

“di cui si immagina l’avvio nei corridoi e nelle stanze della Publitalia di Marcello Dell’Utri (interpretato da Fabrizio Contri), proprio come fu nella realtà – di un nuovo equilibrio che riporti il Paese allo sviluppo mentre Mani pulite fa crollare i vecchi riferimenti politici”.

E ancora i processi, i politici e tutta la vita dell’epoca, ma non si tratta di un docu-film:

“Riuscendo finalmente a sbirciarla , si ha la conferma innanzi tutto che non si tratta affatto di un film documento, bensì di una storia di fantasia e di un affresco d’epoca. In cui, accanto a una ricostruzione di gusti, colori, abiti, stili di vita di quegli anni di crisi, in cui si diffondono i primi cellulari Motorola e le ragazzine impazziscono per «Non è la Rai», c’è spazio anche per protagonisti e «vittime» che il 1992 portò alla ribalta.

Dal punto di vista televisivo la novità, e il coraggio, sono proprio nella scelta – finora inedita – di far interagire personaggi immaginari con i protagonisti della cronaca chiamando questi ultimi con i loro nomi, senza la scorciatoia dei cognomi di fantasia”.

Personaggi dunque di fantasia che vengono dalla vita reale:

“Si scopre anche che i sei personaggi al centro della storia non sono poi lontani dalle vicende di Tangentopoli. In una Milano non più «da bere» per i morsi della crisi («gli anni ’80 – dice ai venditori di Publitalia Leonardo Notte/Accorsi, cinico ex autonomo in fuga da un passato ambiguo, ora pubblicitario di successo e come tale ingaggiato da Publitalia – sono finiti. Ci siamo divertiti. E siamo andati a letto tardi»), si muovono due poliziotti, Luca (Domenico Diele) e Rocco (Alessandro Roja).

Poi Bibi (Tea Falco), figlia viziata di un industriale, e Veronica (Miriam Leone), pronta a tutto per un ruolo da star in tv. Pietro (Guido Caprino) è un ex militare «scoppiato», cooptato per caso nel tumultuoso affermarsi leghista e poi in Parlamento, tra ristoranti vietati perché simboli di «Roma Ladrona» e le lezioni di realpolitik di un notabile democristiano in chiave House of Cards”.