A chi la musica? Non a Morgan. Sgarbi-San dispone risarcimento: programma Rai

Morgan non sussurrerà musica nelle orecchie del governo Meloni, scelta per la bisogna la direttrice Venezi. Eppure Vittorio Sgarbi lo aveva già investito con la forza declamata dello "io può!". In nome di questo diritto Sgari reclama per Morgan, almeno, un programma Rai.

di Lucio Fero
Pubblicato il 21 Novembre 2022 - 08:10 OLTRE 6 MESI FA
A chi la musica? Non a Morgan. Sgarbi-San dispone risarcimento: programma Rai

A chi la musica? Non a Morgan. Sgarbi-San dispone risarcimento: programma Rai FOTO ANSA

Non sarà Morgan a sussurrare musica nelle orecchie del governo di Destra/Centro. Lo farà la più militante e austera e autorevole direttrice (direttore?) d’orchestra di cognome Venezi e di coming out politico, di destra appunto, che data da ben prima della vittoria elettorale di Giorgia Meloni. Non sarà Morgan il consulente per la musica del nuovo governo. E non sarà lui nonostante lui fosse il candidato, esplicitamente lodato e indicato, niente meno che di Vittorio Sgarbi. Sgarbi, il politico che riesce quasi sempre a farsi eleggere grazie al destra/centro/centro/destra che lo candida in Parlamento e che regolarmente rivendica esser stato eletto solo per la sua intrinseca popolarità/forza elettorale e garantisce e giura di aver fatto un favore a chi lo ha messo in lista e in Parlamento. Sgarbi un critico d’arte e un cultore delle arti figurative dalla competenza indubbia e riconosciuta. E un politico dalla spesso misconosciuta capacità di vendere se stesso come un potente che non è dotato di una potenza che non ha. Vendita che però gli riesce alla grande da decenni, quindi omaggio anche a questa di Sgarbi professionalità e professione. Un po’ meno omaggio alla sagacia di chi regolarmente compra la merce politica Sgarbi.

Sgarbi, quindi comando

Eletto o meno, Sgarbi ama impersonare il potere, anzi quella particolare forma di potere declamato che si esprime in un sempiterno “io può!”. Morgan non ha mancato di dirsi d’accordo, d’accordissimo. In una misurata e prudente comparazione Morgan ha equiparato Sgarbi a Pasolini ma gli deve essere sembrato un po’ poco e allora si è espresso: “Sgarbi è come Leonardo da Vinci, ne nasce uno ogni trecento anni”. Non certo solo per questo ma per stima e amicizia Sgarbi ha con lo spadone del suo “io può!” investito Sgarbi dell’istituendo Dipartimento della musica del governo Meloni. Morgan era pronto, ansioso, felice. Sedotto all’idea e all’investitura di Sgarbi-San. Perché Sgarbi gli aveva detto e aveva detto a tutti: se lo dico io è cosa fatta. Sedotto Morgan e però abbandonato. Non da Sgarbi che di fronte a cotanto oltraggio (non tanto e non solo a Morgan quanto al suo “io può!) ha rivendicato con eleganza un risarcimento per Morgan (e soprattutto per il suo “io può!”). L’eleganza di chi, insoddisfatto del menù, incarta il dog bag in carta da giornale, l’eleganza di chi scontento del film si porta via un bracciolo della poltrona. L’eleganza padrona e predona dello “io può!”. 

Padroni in casa Rai

Rai, un programma in Rai. E che sarà mai? Non si nega a nessuno. Sgarbi e chiunque volesse guardare e misurare avrebbe buon gioco ad asserire, verificare, mostrare che un programma in Rai non si nega davvero a nessuno. Basta che sia mediocre e inoffensivo e pensato, realizzato e condotto secondo canoni mediocri e consolidati. In tale contesto ambientale va collocata, con facilità e senza danno sostanziale, la concessione in usufrutto di un pezzo di Rai a chi ha subito una delusione. Non lottizzazione, men che mai nepotismo e figurarsi se si chiede ancora curriculum politico di militanza. Son robe rozze del passato, adesso si sono evolute in una sorta di “uno vale uno” aziendale e quindi avanti l’uno di chi può. E può Sgarbi che si è intestato niente meno che il Rinascimento non potere in Rai? Una Sgarbi maestà è stata lesa non conferendo a Morgan di sussurrare musica al governo, un po’ di Sgarbi maestà va ripristinata, riconsacrata dando a Morgan, almeno, un programma in Rai.