“Il gioco dei pacchi pilotato per audience”. La procura dà ragione a Striscia

Pubblicato il 18 Marzo 2013 - 09:11| Aggiornato il 13 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Che pacco il Gioco dei pacchi: il programma tv a premi, in onda su Rai 1 dal 2003, “era pilotato per fare più audience“. La procura di Roma ha rigettato la querela per diffamazione presentata dai notai della trasmissione nei confronti di Striscia la Notizia, che per prima aveva denunciato “brogli”.

Spiega Angela Maria Erba su Repubblica:

Secondo i magistrati il gioco dei pacchi è stato “irregolare” e “assolutamente scorretto”. Almeno per un certo periodo di tempo, «i concorrenti più accorti sono stati messi in grado di individuare i premi più sostanziosi». Questo raccontano le carte depositate dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani, che assolve dunque “Striscia” e chiede l’archiviazione della querela presentata dallo staff notarile di “Affari Tuoi” contro il programma Mediaset.

Non c’è diffamazione dunque: Ezio Greggio Jimmy Ghione, Valerio Staffelli e Antonio Ricci, autori e conduttori del tg satirico di canale 5, Striscia la Notizia, avevano segnalato da tempo all’attenzione degli spettatori e delle autorità la mancanza di trasparenza nel meccanismo del gioco a premi della Rai.

Era il 2004, il conduttore di Affari Tuoi era Paolo Bonolis, e Striscia la Notizia consegnava il primo Tapiro d’Oro al programma per la partecipazione come concorrenti di persone appartenenti al mondo dello spettacolo e non semplici aspiranti, scelti casualmente tra quelli che compilavano il modulo per il casting, disponibile online.

Con l’avvicendarsi alla conduzione del programma prima di Pupo, poi di Antonella Clerici, Flavio Insinna e Max Giusti,  Striscia continua ad avanzare supposizioni su “brogli” nel meccanismo con cui vengono fatti vincere i premi ai concorrenti. Prosegue Repubblica:

È nel 2009, poi, che Massimiliano Dona, segretario dell’Unione italiana consumatori, presenta una denuncia ai magistrati di Roma contro “Affari tuoi”, evidenziando alcune anomalie. Viene quindi avviata l’indagine per verificare l’eventuale pilotaggio. Gli inquirenti acquisiscono il regolamento del gioco, ascoltano alcuni concorrenti e fanno anche un sopralluogo negli studi della Rai per verificare tutte le modalità di preparazione e di esecuzione.

Poi l’archiviazione perché “pur essendo stato accertato il predetto meccanismo, non sarebbe stato possibile, comunque, appurare che ciò fosse stato fatto dolosamente”. Di qui la querela per diffamazione, presentata da Luigi e Giovanni Pocaterra, notai di Affari Tuoi:

Un’azione legale intrapresa poco dopo la consegna del “Tapiro” al primo dei due, Luigi. La tradizionale onorificenza satirica che, come spiega la procura, «appare priva di qualsiasi rilevanza di carattere penale». Analogo ragionamento viene fatto per la denuncia intentata nei confronti di Massimiliano Dona e del suo libro “Affari Loro”, in cui l’autore ripercorre tutte le tappe dell’inchiesta e smaschera presunti trucchi e bugie del programma dei pacchi. Ha «narrato solo fatti», e ogni espressione utilizzata è stata inserita in un contesto di «sostanziale verità».