L’Agcom diffida il Tg1 e bacchetta Tg4 e Studio Aperto: “Troppo a favore del governo”

Pubblicato il 21 Ottobre 2010 - 20:35 OLTRE 6 MESI FA

“Forte squilibrio” a favore della maggioranza e del governo, così l’Agcom ha diffidato il Tg1 e richiamato il Tg4 e a Studio Aperto. La decisione della commissione servizi e prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è stata presa in base ai dati del monitoraggio sul pluralismo per il periodo luglio-agosto-settembre 2010.

“Qualora tale squilibrio perdurasse verranno adottati ulteriori provvedimenti”, ha avvertito l’Agcom bacchettando i tg da Augusto Minzolini, Emilio Fede e Giovanni Toti. E non è la prima volta che il notiziario di Augusto Minzolini si trova al centro di aspre critiche per il suo atteggiamento nei confronti del governo Berlusconi. Lo scorso 21 settembre, in audizione in Vigilanza, il direttore generale Rai Mauro Masi negava che ci fosse un caso pluralismo al Tg1, posizione opposta a quella del Presidente Paolo Garimberti che, nella stessa audizione, definì il Tg1 non sufficientemente pluralista”. Ora però sembra che l’azienda di viale Mazzini si rivolgerà con ogni probabilità al Tg1 per chiedere un riequilibrare il notiziario a favore di opposizione e finiani.

Minzolini, chiamato in causa, ha negato qualsiasi faziosità: ”Dai dati che ho disposizione, non risulta questa disparità di trattamento che rileva l’AgCom. Rai e Autorità dovrebbero mettersi per prima cosa d’accordo sui dati da utilizzare”, ha detto Minzolini.  ”I dati dell’Osservatorio di Pavia, che abbiamo a disposizione vedono ad agosto l’istituzionale al 4,5%, il governo al 34,9%, la maggioranza al 28,7% e l’opposizione al 29,1%. A settembre l’istituzionale è al 13,7%, il governo al 36,5%, la maggioranza al 21,5% e l’opposizione al 25,6%. Come si vede i dati sono sostanzialmente in linea con la divisione 30 al governo, 30 alla maggioranza, 30 all’opposizione. E bisogna considerare che Fli è conteggiato nella maggioranza. Questa discordanza di dati è già una stranezza”.

Poi ha aggiunto: ”In secondo luogo nell’ultimo periodo le vicende politiche hanno riguardato prevalentemente la maggioranza e il governo ed il criterio di notiziabilità va comunque considerato. Infine, in estate il governo resta presente, mentre i politici vanno in vacanza e c’è un problema di reperibilità. Io ad esempio non ho potuto realizzare uno speciale Tg1 ad agosto sulla crisi della maggioranza perche’ non siamo riusciti a raccogliere voci sufficienti per chiudere i servizi”.

Non l’ha presa meglio Emilio Fede:  “Dopo 50 anni di giornalismo ai miei livelli non c’è agenzia che mi possa venire a dire come devo fare il mio mestiere. Rispondo alla mia coscienza non a quella di Agcom, che è un parlamentino politico dove prevalgono anche scelte ideologiche”.

Il consigliere d’amministrazione della Rai, Nino Rizzo Nervo, ha invece ironizzato: “Potrei con una battuta dire che l’allievo ha superato il maestro visto che il Tg1 ha ricevuto dall’Agcom una ‘diffida’ e il TG4 solo un ‘richiamo’, ma la decisione adottata dall’Autorità per le comunicazioni deve essere presa molto sul serio perchè conferma quanto ho più volte denunciato in consiglio di amministrazione senza ottenere alcun riscontro da parte del direttore generale”.

Fabrizio Morri, capogruppo Pd in vigilanza, ha spiegato che la diffida a carico del tT1, “conferma che quando l’opposizione denuncia il fatto che quello che era il più autorevole telegiornale italiano da troppo tempo ormai nasconde le notizie o le propone in modo squilibrato si afferma una cosa vera”.