Anna Marchesini, il ricordo della figlia: “Hai vissuto da poeta…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Ottobre 2016 - 10:37 OLTRE 6 MESI FA
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Anna Marchesini

ROMA – “Eccoci qua, poeta!”. Comincia così il commovente “ultimo messaggio” di Virginia alla mamma, Anna Marchesini. “Io mi ricordo bene quando tu lavoravi e stavi dietro ai miei vissuti di emotività e di ansia, e di quel vivere noioso e quotidiano”, scrive la figlia. “Erano tutti in silenzio ad applaudirti e tu con il senso di una persona fragile e notturna, che rifletteva in una piccola barca di eterno temporale”. Si parla di un nido rotto e poi ricomposto, di voglia d’amore e canzoni, di sorrisi e dei “tuoi momenti bui con cui un poeta deve convivere”.

Un messaggio, quello di Virginia, contenuto nella prefazione del libro postumo di Anna Marchesini, “È arrivato l’arrotino”.

“Il senso della tua vita era quello di onorare i giovani e di istruirli e di educarli all’arte di andare da soli e in autonomia come me, anche se non ti ascoltavo, e tu mi rimproveravi per questo e io ti davo i baci dopo gli schiaffi”, scrive Virginia, tratteggiando un rapporto difficile, intenso. “Io ero una bella ragazza in preda alla paura e tu mi cullavi con le tue canzoni e le tue preghiere, ti potevo chiedere consiglio, dormire con te e stare in tranquillità con te, andare a fare shopping, andare a cercare emozioni insieme anche nel salone di un parrucchiere o di un estetista, o a portare il gelato alle amiche, o andare in macchina con una persona speciale e che ti voleva tanto bene, era tua figlia quella persona”.

E poi c’era la Anna Marchesini attrice e artista, che amava stare a contatto con i fan per “creare un dialogo con loro, anche solo con un semplicebenvenuto o buongiorno, era la tua situazione ideale, anche solo per vedere una lacrima scendere dai loro occhi o una risata durante i tuoi spettacoli”. Sullo sfondo i dolori quotidiani, forse la malattia. “Ma tu avevi il tuo solito modo di sdrammatizzare tutto anche per telefono e di ridere degli incidenti della vita e di ridere, ridere e ridere ancora di tutto, e anche piangere”.

“Mamma, ricordati che le cose belle sono nella vita semplice e nelle piccole e grandi sconfitte, quelle piccole vittorie che tu o noi ci prendevamo erano vittorie contro un mondo assurdo e banale che stava sempre a vedere le apparenze e mai il dettaglio o la sostanza delle cose – conclude Virginia -. Mamma, mi manchi e sarai sempre nei miei pensieri più intimi, cercherò i tuoi occhi in qualsiasi altro sguardo umano, ti ricordo e ti ripenso nelle nostre cene a letto e nei nostri abbracci notturni. Ti stringe forte tua figlia, quella ragazza che hai allevato e che sempre rimarrà tua”.