Atene. Il governo spegne Ert, tv di stato: favore ai Berlusconi locali

di Warsamè Dini Casali
Pubblicato il 12 Giugno 2013 - 10:48 OLTRE 6 MESI FA
Atene. Ert, la Rai greca, chiude: favore ai Berlusconi locali

Schermo nero e assenza di segnale: è la tv di Stato greca

ATENE –  Il governo spegne Ert, tv di stato: favore ai Berlusconi locali. Schermo nero e assenza di segnale: è la tv di Stato greca. La Ert, la Rai greca, ha interrotto le trasmissioni, abbandonando il popolo greco affamato di pane, lavoro e di qualcuno che gli racconti la verità, senza un cartello, un appuntamento a rivedersi: un laconico “no signal” dai televisori muti certifica il coma assistito indotto sulla radiotelevisione pubblica agonizzante da anni causa sprechi e zero autorevolezza.

Il 10% dei greci che la guardava dovrà rivolgersi all’agguerrita concorrenza. “Tutti i canali privati sono proprietà di appaltatori o fornitori di beni e servizi dello Stato, quindi con persone che fanno business con il settore pubblico”, ha spiegato il corrispondente della Ert in Italia, Dimitri Deliolanes.

Yanis Varoufakis, un professore di economia finito nella “lisa nera” e bandito da Ert perché osava pronunciare la terribile locuzione “ristrutturazione del debito”, invita a non sottovalutare il caso greco:

Naturalmente, i media pubblici possono essere terribili. Proprio come le scuole pubbliche e gli ospedali, o anche il sistema pubblico della giustizia e dei tribunali, possono essere terribili. Eppure, i media pubblici ci offrono (come le scuole pubbliche, i tribunali, gli ospedali) una chance di civilizzare il nostro mondo sociale. Senza di loro, noi siamo in balia dei Rupert Murdoch del pianeta che, avendo sentito della decisione del governo greco, si stanno sicuramente facendo brutte idee su come il modello greco possa essere esportato in Gran Bretagna (BBC attenzione!), in Australia (ABC tu sei il prossimo!), dovunque possano essere fatti dei soldi dallo smantellamento dei media pubblici.

Intanto, come ha funzionato il modello greco? Ha dilapidato un patrimonio in sprechi e facili assunzioni appaltate da una classe politica spregiudicata quando non corrotta. La tv di Stato spendeva dalle 3 alle 7 volte  più delle altre e ha un numero dalle 3 alle 6 volte più grande di dipendenti. Della sua scarsa attendibilità e autorevolezza informative si può affermare che siano fra le concause del disastro economico.

Il governo Samaras si è limitato ad applicarsi con zelo nei tagli alla spesa pubblica impartiti dalla trojika (15 mila statali entro il 2015 via): dal giorno alla notte sono stati licenziati 2780 dipendenti delle 5 reti pubbliche. C’è chi ipotizza la natura compensatrice del colpo di forbici: le privatizzazioni programmate non vanno come devono, il flop più grande sono i russi di Gazprom che prima seducono poi abbandonano. Forse, qualcuno verrà assunto dalla newco. che sostituirà il carrozzone rottamato. Si parla di tre mesi, circa 700 forse accederanno al prepensionamento, chi perderà il posto definitivamente forse sarà indennizzato.

E se Mamma Rai di colpo abbandonasse anche noi? Almeno questo, nelle modalità greche, ci verrebbe risparmiato. Senza un dibattito pubblico, senza una discussione in Parlamento, così come si spegne un interruttore. Va detto, però, che il bene del servizio pubblico va tutelato ogni giorno, manotenuto, valorizzato. La tv di Stato greca, dall’alto del suo 10% di share, oggi vale pochino: tornassero i colonnelli, piani di occupazione non ve ne sarebbero di certo. Oggi il Governo, il golpe se lo fa senza appaltarlo a nessuno. Ma, come al tempo dei colonnelli veri, Ert riesce ancora a trasmettere illegalmente, stavolta online, grazie al lavoro di numerosi clandestini che tengono in vita le redazioni.