Cesare Bocci (Mimì Augello) e la malattia della compagna Daniela Spada

di Spartaco Ferretti
Pubblicato il 25 Ottobre 2016 - 11:02 OLTRE 6 MESI FA
Cesare Bocci (Mimì Augello) e la malattia della compagna Daniela Spada

Cesare Bocci (Mimì Augello) e la malattia della compagna Daniela Spada

ROMA – Una coppia felice, una bambina appena nata. E poi la malattia, il coma, il rischio di non farcela. E’ la storia di Cesare Bocci (il Mimì Augello vice del Commissario Montalbano) e della sua compagna Daniela Spada. Storia che è diventata un libro, “pesce d’aprile” che racconta quel tragico scherzo del destino. Pesce d’Aprile però è soprattutto la storia di un riscatto, di un recupero straordinario, quello di Daniela, dopo il coma e una diagnosi infausta.

Una storia, quella di Cesare e Daniela, che inizia il primo aprile del 2000. Fino a quel momento è tutto meraviglioso: i due sono diventati genitori una settimana prima. E’ nata la piccola Mia. Daniela è sul divano, la sta allattando, quando all’improvviso si sente male. Capisce che è qualcosa di serio, corre insieme a Cesare in ospedale. Qua succede qualcosa di grottesco, qualcosa che i due raccontano nel dettaglio, anche nel libro che ricostruisce la vicenda.

In ospedale, infatti, i medici pensano che Daniela, avendo appena partorito, abbia una specie di crisi isterica post parto. La prendono quasi in giro. Le dicono che è nervosa, che deve calmarsi. Per fare una tac, tra i “vaffa” di Cesare e il tempo sprecato passa un’ora e mezza. La tac dà un responso da brividi. Non è un pesce d’aprile: è una embolia post parto, un ictus. Daniela entra in coma, ci resta 20 giorni. Quando si sveglia, come può succedere in questi casi, non ricorda nulla, molte parti del corpo sono bloccate.

Cesare racconta al Corriere della Sera il primo sorriso dopo l’uscita dal coma. E’ un qualcosa di cui ora si può ridere ma che in quel momento deve essere stato drammatico. “Sono entrato in stanza e le ho detto buongiorno amore mio – ricorda Bocci – e lei mi ha risposto: Buongiorno Luigi”. Luigi, il nome del fidanzato di Daniela quando aveva sedici anni. Di momenti così ce ne sono tanti. Cesare ricorda di averle portato una foto della figlia Mia. “Bello questo bambino, di chi è?”, la risposta di Daniela.

Da quel momento inizia un durissimo percorso di riabilitazione. I medici non sono ottimisti. E invece oggi Daniela cammina, anche se a volte ha bisogno di appoggi, parla, e ha addirittura ripreso a sciare (a spazzaneve) e ad andare a cavallo (solo al passo, precisa lei).