Cina: la tv di Stato censura Nba e South Park per le critiche su Hong Kong

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Ottobre 2019 - 10:47 OLTRE 6 MESI FA
Cina, la tv di Stato censura South Park e Nba

La polizia in azione a Hong Kong

ROMA – La tv statale cinese Cctv ha reso noto la sospensione della trasmissione delle partite della Nba dopo la bufera scatenata dal tweet di sostegno alle proteste pro-democrazia di Hong Kong di Daryl Morey, direttore generale dei Rockets di Houston, squadra in cui ha giocato la star cinese Yao Ming. Si tratta di un colpo non da poco considerando la valanga di critiche sollevate in Cina, mercato a maggiore crescita per il business della popolare lega del basket americano.

Il nome della squadra è sparito da tutte le ricerche su Alibaba e JD.com, le due principali piattaforme locali dell’e-commerce. E la lega professionista più ricca del mondo si è affrettata a presentare le scuse e tacitare le voci dissenzienti (come quella del commissario della lega Adam Silver che ancora ieri insisteva sul diritto di esprimere le opinioni).

Censurato l’episodio “Band in China” di South Park

Non è l’unica censura cinese alle critiche dall’estero nei confronti della repressione cinese. A farne le spese anche il cartoon satirico South Park, una delle trasmissioni più amate d’America. Nell’episodio “Band in China”, mettevano in ridicolo  le acrobazie di Hollywood per in definitiva autocensurarsi a proposito di Cina e democrazia per non offendere Pechino. 

Ma gli autori di South Park non sono rimasti in silenzio e dopo che il governo cinese ha cancellato l’episodio da Internet, hanno risposto da par loro, partendo dall’Nba e “scusandosi”. “QUESTE SONO SCUSE UFFICIALI ALLA CINA. Come l’Nba, diamo il benvenuto ai censori cinesi nelle nostre case e nei nostri cuori”, hanno scritto su Twitter. “Anche noi amiamo i soldi più della libertà e della democrazia”.

La Governatrice di Hong Kong: “L’esercito cinese se le proteste peggiorano”

“Sento fortemente che dovremmo da soli trovare le soluzioni ed è questa anche la posizione del governo centrale, ma se la situazione dovesse diventare pessima, allora nessuna opzione può essere esclusa se vogliamo che Hong Kong abbia almeno un’altra chance”: così la governatrice Carrie Lam, in conferenza stampa, ha risposto alla domanda su quale fosse il livello di disordine per poter chiedere aiuto a Pechino al fine di riportare la calma nella città scossa da quasi quattro di proteste a favore di riforme democratiche. (fonte Ansa)