Co-produzioni Rai-Mediaset all’estero: Confalonieri spiega a Gubitosi perché no

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Dicembre 2013 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Co-produzioni Rai-Mediaset all'estero: Confalonieri spiega a Gubitosi perché no

Co-produzioni Rai-Mediaset all’estero: Confalonieri spiega a Gubitosi perché no

ROMA – Co-produzioni Rai-Mediaset  all’estero: Confalonieri spiega a Gubitosi perché no. Tv: per superare il gap competitivo dei nostri gruppi, colossi ma solo se a scartamento casalingo, servirebbero delle sinergie produttive, occorrerebbe superare il tabù della collaborazione Rai-Mediaset concorrenti-nemici che in Italia realizzano un duopolio con l’aggiunta del terzo incomodo digitale di Sky Italia, ma che all’estero non sfondano, per sprecare un eufemismo.

Che l’ipotesi sia praticabile, anzi auspicabile, in barba a un paio di decenni di guerra televisiva, a dispetto di un provincialismo radicato ecc…ci crede il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, spalleggiato dagli ad di Sky Andrea Zappia e da Marinella Soldi, ad di Discovery Channel. Liquida la questione con una battuta il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, cerando di ricondurre la questione all’abc del prodotto che si intende vendere: “Non facciamo moda, noi”. Italia Oggi riferisce di un incontro organizzato a Milano dalla Fondazione Paolo Grassi, dedicata allo storico regista, imprenditore teatrale e presidente della Rai.

La collaborazione è qualcosa che «fanno nel settore delle auto, delle tlc, dove Wind condivide dei siti con 3, per esempio, e nessuno ci vede un disegno politico», ha aggiunto Gubitosi. «Se lo facessimo noi con Mediaset, Sky o Discovery nemmeno io ci vedrei un disegno politico». Il problema dei gruppi televisivi italiani è trovare anche uno sbocco all’estero con i propri contenuti perché, dice Gubitosi, quelli che qua sono considerati colossi, Rai e Mediaset, in realtà oggi si trovano a competere con gruppi mondiali che arrivano nel paese. (Andrea Secchi, Italia Oggi)

Al di là dell’opportunità appunto politica, i guai cominciano guardando al profilo industriale, al contesto economico, alla realizzabilità concreta. Non ci crede, alla co-produzione fra avversari, Fedele Confalonieri, docente suo malgrado di televisione applicata e di realismo manageriale.

«Sono scettico perché tutti qui stiamo tagliando in maniera feroce. La lingua (delle produzioni, ndr) è un problema, ma l’altra cosa sono i danè. Non facciamoci illusioni. Il suo boss», ha continuato il presidente del Biscione riferendosi a Zappia, «Rupert Murdoch, ha preso un film fallimentare, Titanic, ci ha messo credo 250 milioni di dollari, ed è diventato quel blockbuster che è. Ma Murdoch è il più grande imprenditore di questo settore, e aveva possibilità di rischiare su un aborto. Guardiamoci intorno: il nostro settore non è paragonabile alla moda, alle scarpe, alla meccanica. Siamo provinciali». (Andrea Secchi, Italia Oggi)