Compensi Rai nei titoli di coda, Carlucci: “Non vorrei fosse caccia alle streghe”

Pubblicato il 9 Giugno 2010 - 18:19 OLTRE 6 MESI FA

Milly Carlucci

La trasparenza dei compensi nei titoli di coda dei programmi è “un problema soprattutto per le star ospiti di cui abbiamo bisogno come il pane. Non possiamo solo raccontarcela fra noi”. Milly Carlucci è preoccupata soprattutto per questo aspetto dell’emendamento sui compensi approvato oggi dalla Commissione di Vigilanza Rai e lancia una proposta. “Se dichiariamo nei titoli di coda tutti i compensi allora mettiamoci anche quanto fa guadagnare il programma in blocchi pubblicitari e telepromozioni. Forse così per il pubblico sarà più facile comprendere il senso di queste cifre”. La stessa proosta lanciata dal collega Massimo Giletti.

“Delle medie dei compensi dei conduttori se ne è parlato tanto – aggiunge Carlucci – non ci sono grandi novità da sapere. Poiché la Rai è un’azienda pubblica si potevano conoscere i contratti dei conduttori anche prima. Bisogna chiedersi questo quanto incide non su chi fa il conduttore, che è un dipendente all’interno della struttura, ma sul mondo artistico esterno che può non aver piacere a essere misurato, a far sapere a quanto ammonta il proprio cachet”.

“Va bene la trasparenza, è perfetta – dice la conduttrice di Ballando con le stelle – ma non vorrei che fosse però una caccia alle streghe che non ci fa capire bene in che sistema industriale ci stiamo muovendo. Per quanto mi riguarda possono pubblicare quello che gli pare. Non ho mai avuto contratti iper, ultra mega pagati” continua e sottolinea: “é chiaro che, in generale il mondo dello spettacolo ha compensi che sono più alti di quelli di un impiegato, un operaio che potrebbe non capire il perché di queste cifre. Un ospite che conta molto è un personaggio su cui il programma punta per avere successo. L’indotto che porta alla trasmissione è calcolabile in tutt’altro ordine di valori. Un punto di share annuale di un network vale 25 milioni di euro. Mi sembra complicato spiegarlo al pubblico”.

Insomma, per la Carlucci, “rischiamo di trovarci in situazioni in cui una star italiana non viene proprio più ai programmi. Già adesso i grandi big della musica preferiscono non esporsi al giudizio degli ascolti come le star del cinema italiano. Poi bisogna chiedersi se hanno voglia di diventare antipatici al pubblico italiano”.

“Stiamo a vedere cosa succederà. Certo è molto complicato anche perché – conclude – se la concorrenza offre di più è chiaro che si crea un problema per gli ospiti. Speriamo che io mi stia sbagliando e che invece questo possa rendere tutti più ragionevoli ma non mi sembra sia mai successo”.