Digitale terrestre: in arrivo regolamento per disciplinare la sintonizzazione dei canali

Pubblicato il 23 Aprile 2010 - 13:10 OLTRE 6 MESI FA

Digitale terrestre senza pace. Chiunque si trovi a vivere in una Regione di quelle che hanno già fatto il passaggio dalla vecchia tv analogica a quella digitale ricorderà con ansia i giorni caotici della transizione, quelli in cui i canali, poco dopo essere stati sintonizzati, “sparivano” e andavano cercati manualmente. In molti, soprattutto i più anziani e i meno avvezzi alle nuove tecnologie, hanno dovuto chiamare, e pagare, in più di una circostanza, un tecnico. Ma il caos non è ancora finito: ogni volta che si ripete un’operazione di sintonizzazione, infatti, i canali si dispongono in un ordine che non è quello cementato da decenni di uso del telecomando: una “rassicurante sequenza” che voleva Rai Uno al tasto 1, Rai Due al 2, Rai Tre al 3 e via dicendo. Già al tasto 4, per esempio, iniziano i dubbi: ci va la “storica” Rete Quattro o la “nuova” Rai 4?

Al momento non ci va, almeno in automatico, nessuna delle due, perché la logica della sintonizzazione automatica dei canali è misteriosa per i più con il risultato che per trovare i canali più utilizzati spesso bisogna scendere ben oltre il centesimo canale. Per risolvere la situazione ora  l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha predisposto uno schema di regolamento da sottoporre a consultazione pubblica tra gli operatori, dovrà rispettare i “principi stabiliti dalla legge” e la “tutela dei diritti maturati da tutte le componenti del sistema”.

A renderlo noto, tramite una nota,  è il viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani. “In seguito alla mozione presentata da 50 parlamentari della maggioranza per tutelare le emittenti locali, all’appello del governatore della Sardegna Ugo Cappellacci, oltre ad istanze di associazioni di emittenti e di consumatori – scrive Romani – sottolineo la necessità del rispetto dei principi stabiliti dalla legge e della tutela dei diritti maturati da tutte le componenti del sistema nella predisposizione del regolamento sulla numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre da parte dell’Autorità delle Comunicazioni”.

Secondo Romani, una disciplina più chiara e definita gioverà soprattutto alle emittenti locali, relegate dalla sintonizzazione automatica in posizioni molto defilate. “La posizione di un canale sul telecomando, vero e proprio indicatore dell’avviamento di impresa delle emittenti analogiche – prosegue il testo del viceministro – è destinata ad assumere una funzione ancora più importante con lo sviluppo della televisione digitale terrestre. Una sintonia automatica ben disciplinata consente, infatti, all’utente di orientarsi tra i numerosi canali e a chi fornisce e investe sui contenuti di essere facilmente riconosciuto e memorizzato. Il sostanziale fallimento dell’autodisciplina tra gli operatori e il caos riscontrato nelle regioni già digitalizzate, ha reso necessaria l’introduzione, nel recente decreto legislativo n.44, di una norma primaria tale da consentire una sintonizzazione automatica basata su principi di equità, trasparenza e non discriminazione, supportata da un adeguato impianto sanzionatorio in caso di violazione”.

“Fondamentali, tra quelli inseriti nell’articolo 5 del decreto, sono i principi della ‘garanzia della semplicità d’uso del sistema di ordinamento dei canalì del ‘rispetto delle abitudini e preferenze degli utenti, con particolare riferimento ai canali generalisti nazionali e alle emittenti locali’ e di quello in cui è detto che ‘nel primo arco di numeri si dovranno prevedere adeguati spazi di numerazione che valorizzino la programmazione delle emittenti locali di qualita’ e quella legata al territoriò”. “Il ministero, nella sua duplice posizione di soggetto che ha fortemente voluto la norma sull’ordinamento automatico dei canali e che, al tempo stesso, dovrà provvedere all’assegnazione dei rispettivi numeri, vigilerà con attenzione affinché la potestà regolamentare dell’Autorità in materia di pianificazione della numerazione venga esercitata, lo ribadisco – conclude Romani – nel rispetto rigido delle norme di legge e con la dovuta attenzione alla tutela dei diritti di tutti gli operatori del settore”.