Fiorello, bestemmia fuori onda a Radio Deejay

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Maggio 2016 - 08:18 OLTRE 6 MESI FA
Fiorello (foto Ansa)

Fiorello (foto Ansa)

ROMA – Fiorello si è lasciato scappare una bestemmia mentre era ospite a “Deejay chiama Italia” il programma condotto da Linus e Nicola Savino. La trasmissione, oltre che in diretta su Radio Deejay, va anche su Canale Nove, l’ex Deejay tv. Con una sottile, ma in questo caso, non trascurabile differenza. Che mentre durante le pause in radio si sente una canzone o la pubblicità, conduttori e ospiti in studio restano “live” audio e video in televisione. Così quanti stavano seguendo la trasmissione su Canale Nove hanno potuto ascoltare dalla viva voce di Fiorello un bestemmione: “porco …” s’è lasciato scappare il comico, certamente convinto d’essere fuori onda.

LEGGI ANCHE: Fiorello racconta: “Ai tempi di Karaoke…”

Mi trasferii a Milano con un mio collega dell’animazione, Bernardo Cherubini, fratello di Jovanotti. “Andiamo lì”, disse, “è pieno di gnocca”…”. Fiorello racconta al settimanale Oggi i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo: “Milano – ha fatto sapere – era piena di gnocca. Per un po’ abitai a casa di Lorenzo, in via della Moscova. Lui era già un disc-jockey famoso. Io solo un esuberante, egocentrico animatore da villaggio. Uno che aveva vissuto per quindici anni senza mai infilare un paio di scarpe”.

I primi passi a Radio Deejay (“Rimase colpito da me. A Deejay facevo la pianta, come dice Fabio Volo. Osservavo Jovanotti, Linus, Albertino. Prestavo la voce quando serviva. Nel primo programma tv di Lorenzo, “Uno due tre Jovanotti”, imitavo al telefono Montesano e Mike Bongiorno»”), poi il Karaoke: “Registrammo ad Alba quindici puntate di un format olandese che non mi convinceva. Andammo in onda alle otto di sera su Italia Uno contro tutti i tg. La prima settimana ci guardarono in 400 mila e l’idea era di chiuderlo. Io me n’ero già tornato in Sicilia. Ma dall’ottava puntata si passò a 800 mila e poi su, fino a due milioni e oltre. Mi chiamarono: “Fiore, torna, dobbiamo partire”. Un anno dopo ero il terzo personaggio più popolare d’Italia dopo il Papa e Di Pietro”.