Gabriel Garko: “Mia madre mi portava a spasso col guinzaglio…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Gennaio 2017 - 12:17| Aggiornato il 5 Novembre 2019 OLTRE 6 MESI FA
Gabriel Garko: "Mia madre mi portava a spasso col guinzaglio..."

Gabriel Garko: “Mia madre mi portava a spasso col guinzaglio…”

ROMA – “Mia madre mi portava a spasso con il guinzaglio perchè scappavo sempre”. Gabriel Garko racconta in un’intervista al Corriere della Sera, alcuni particolari della sua infanzia e del suo successo, fino ad arrivare al Festival di Sanremo e a quella maledetta villa scoppiata, “un evento che mi ha cambiato la vita, ho visto la morte che mi ha sfiorato”.

“Quando ero piccolino mia madre mi portava a spasso col guinzaglio. Come un cagnolino. Mi metteva la pettorina e il guinzaglio perché scappavo. A scuola? In condotta voti bassissimi, sono stato sospeso più volte. Il rendimento scolastico, così e così: se mi era simpatico il professore, studiavo, altrimenti… Mi ero innamorato della professoressa d’italiano, era bellissima, e nella sua materia prendevo bei voti”.

Ecco altri passaggi dell’intervista realizzata da Emilia Costantini:

Un rubacuori nato. Tante donne, nessuna moglie. «Il matrimonio non mi piace: l’idea di finire in ciabatte e vestaglia su una vecchia poltrona mi fa orrore. Se amo una persona voglio un bel rapporto senza l’obbligo del contratto matrimoniale. Vedo amici che si sposano e divorziano. Perché mi devo inguaiare?». Il più grande amore della vita? «Quello veramente grande è il lavoro che non mi tradirà mai. Ora però sono legato ad Adua (Del Vesco, attrice ndr): è molto più giovane di me e forse mi considerano un vampiro che succhia linfa vitale da una ragazza. Ma con lei faccio un po’ il “maestro”, mi diverto a darle consigli professionali». Niente figli? «Mi mancano: vorrei avere un adolescente con cui condividere passioni». E allora perché non provare? «Mi sento ancora troppo figlio io, avendo genitori meravigliosi da cui vado ogni tanto a rifugiarmi». Il solito Peter Pan: «È vero. Anche il mio mestiere è un gioco perenne».

E in questo gioco, il momento più buio? «Quando nel febbraio 2016 mi trovai nello scoppio della villa vicino Sanremo, che costò la vita all’anziana proprietaria. Un incidente che mi ha cambiato la vita: poi sono andato in terapia psicologica. Sentire la morte così vicina, una cosa terribile: era mattina, stavo dormendo, mi son ritrovato sepolto sotto le macerie, ho creduto fosse la fine, ho pensato alla sera prima, che avrebbe potuto essere l’ultima della mia vita. Esserne uscito salvo, un miracolo. Ho superato lo choc, per la voglia di salutare i miei genitori dal palco del Festival».

 

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