Gomorra. Epatologi contro Saviano: “In Italia non serve un Genny Savastano per il trapianto di fegato…”

di Dini Casali
Pubblicato il 3 Aprile 2019 - 11:58 OLTRE 6 MESI FA
Gomorra. Epatologi contro Saviano: "In Italia non serve un Genny Savastano per il trapianto di fegato..."

Gomorra. Epatologi contro Saviano: “In Italia non serve un Genny Savastano per il trapianto di fegato…”

ROMA – Epatologi e specialisti dei trapianti al fegato sono trasecolati quando hanno visto o gli è stato riferito il secondo episodio di Gomorra, la fiction Sky. Non potevano credere cioè che nella storia ci fosse posto per un boss, Genny Savastano, che offriva soldi, tanti soldi, per consentire a una donna gravemente ammalata di cancro al fegato di farsi operare in Brasile per un trapianto risolutivo. Come se in Italia fosse impossibile ottenere un trapianto se non attraverso canali illegali, o investendo capitali indisponibili per la gente comune. 

Così tre epatologi di chiara fama – Lucio Caccamo, Paolo De Simone e Maria Rendina – hanno scritto una lettera aperta indirizzata direttamente a Roberto Saviano, ispiratore della serie e responsabile del team di sceneggiatori, lamentando la non verosimiglianza della vicenda, denunciando l’approssimazione narrativa che lancia messaggi sbagliati e fuorvianti:

“Non è assolutamente verosimile che la giovane mamma ricoverata in una struttura pubblica perché gravemente ammalata di cancro al fegato, per operarsi debba pagare cifre iperboliche, oppure in alternativa rivolgersi al mercato nero degli organi e andare a operarsi all’estero. In Brasile nel caso specifico. Tutto ciò, oltre che non plausibile, oggi in Italia rappresenta un falso. E pure piuttosto grave. Spiace dirlo, ma il team di sceneggiatori guidato da Roberto Saviano avrebbe potuto (e dovuto) documentarsi meglio, nella consapevolezza che il messaggio che affiora è totalmente negativo e finisce, purtroppo, per risultare fuorviante rispetto alla realtà del Paese e a una comunità – quella dei trapianti e delle donazioni di organo – che coinvolge centinaia di specialisti considerati un’eccellenza del Paese, e migliaia di italiani che lavorano per incrementare la cultura del dono di organi”. (fonte Askanews)