ROMA – Ci mancava anche la polemica su Junior Cally misogino. Per Amadeus queste settimane di avvicinamento al Festival di Sanremo si stanno rivelando un calvario mediatico. Prima lo scivolone su Francesca Sofia Novello in conferenza stampa (“E’ brava a restare in secondo piano rispetto al suo fidanzato”), poi la rinuncia di Salmo (che doveva essere uno degli ospiti della prima serata e invece ha detto di sentirsi “a disagio” sul palco dell’Ariston). E ora la grana Junior Cally, il rapper mascherato accusato da tutte le parti politiche (da Salvini, Meloni, passando per il centrodestra fino al Pd) di scrivere canzoni che incitano alla violenza sulle donne. E anche il presidente della Rai, Marcello Foa, parla di “presenza eticamente inaccettabile”.
Vediamo cosa scriveva Cally in un brano del 2017 intitolato Strega: “Lei si chiama Gioia / balla mezza nuda, dopo te la dà / Si chiama Gioia perché fa la troia / L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa / c’ho rivestito la maschera”. Brutte parole che evocano immagini orribili. Ma la canzone è vecchia e la presenza del rapper è stata annunciata da quasi 20 giorni. Quindi perché si sono svegliati tutti ora?
Probabilmente le parole di Amadeus hanno riportato al centro del dibattito pubblico la triste tematica del femminicidio e della violenza sulle donne (e quindi tutti si sentono in dovere di dire la propria). E, se il mondo della politica può essere giustificato a non conoscere la storia di Cally, non è un po’ singolare che il presidente della Rai sconfessi il direttore artistico della kermesse? Sicuramente Foa ha dei collaboratori e questi collaboratori non dovrebbero essere pagati anche per effettuare questo tipo di verifiche? In Rai non c’è nessuno che si prenda la briga di fare dei controlli? Oppure le parole di Foa sono indirizzate a qualche altro dipendente (o dirigente) del servizio pubblico? Comunque la si voglia vedere, questa vicenda e questa sconfessione di Amadeus puzza di ipocrisia.
Foa (presidente Rai): “Junior Cally eticamente inaccettabile”.
La presenza del rapper Junior Cally al Festival di Sanremo è “eticamente inaccettabile”. Lo afferma il presidente della Rai, Marcelo Foa, esprimendo “forte irritazione per scelte che vanno nella direzione opposta rispetto a quella auspicata”. Il Festival – dichiara Foa -, tanto più in occasione del suo 70esimo anniversario, deve rappresentare un momento di condivisione di valori, di sano svago e di unione nazionale, nel rispetto del mandato di servizio pubblico” e scelte come quella di Junior Cally “sono eticamente inaccettabili per la stragrande maggioranza degli italiani”.
Per il presidente Rai il Festival dovrebbe “promuovere il rispetto della donna e la bellezza dell’amore. La credibilità di chi canta deve rientrare fra i criteri di selezione”. A parere del presidente del servizio pubblico “chi nelle canzoni esalta la denigrazione delle donne e persino la violenza omicida, e ancora oggi giustifica quei testi avanzando pretese artistiche, non dovrebbe beneficiare di una ribalta nazionale”. Foa auspica quindi che il direttore artistico Amadeus, il quale “gode di stima anche per essere persona moderata e di buon senso”, ora “sappia riportare il Festival nella sua giusta dimensione”.
L’ufficio stampa di Junior Cally: “E’ cambiato da allora”.
Quella sulla partecipazione di junior Cally al Festival di Sanremo “non capiamo se sia di carattere musicale o politica”, visto che della partecipazione “si ha notizia dal 31 dicembre e tutti i suoi testi sono disponibili sul web. Mentre del testo di “No grazie” selezionato al Festival di Sanremo e delle sue rime antipopuliste si è venuti a conoscenza solo il 16 gennaio da un’intervista al Corriere della Sera. Il giorno dopo, per pura coincidenza, si accendono polemiche legate a canzoni pubblicate da anni in un età in cui Junior Cally era più giovane e le sue rime erano su temi diversi da quelli di oggi”. E’ quanto precisa l’ufficio stampa di Cally in merito alle polemiche sui presunti contenuti sessisti dei testi dell’artista. Viene anche precisato che Cally “è contro il sessismo, i passi avanti o indietro, e ovviamente – sembra banale dirlo, ma non lo è – contro la violenza sulle donne”.
Inoltre l’ufficio stampa sottolinea che “lungi da Junior Cally, artista antipopulista oggi ad inizio carriera, scomodare i grandi nomi del cinema, della letteratura e della storia dell’arte da Tarantino e Kubrick, da Gomorra a Caravaggio e scrittori come Nabokov e Bret Easton Ellis: l’arte può avere un linguaggio esplicito e il rap, da sempre, fa grande uso di elementi narrativi di finzione e immaginazione che non rappresentano il pensiero dell’artista. Nessuno penserebbe di attaccare Stanley Kubrick (o Stephen King) per le scene in cui Jack Nicholson rincorre Shelley Duvall in Shining, perché si tratta di fiction. Raccontare la realtà attraverso la fiction è la grammatica del rap. E non solo del rap: la storia della musica ha tantissimi esempi di racconto del mondo attraverso immagini esplicite, esagerate e spesso allegoriche”.
E poi viene ricordato che volendo rimanere circoscritti al Festival di Sanremo, “molti artisti che hanno calcato il palco dell’Ariston (in gara o come ospiti) hanno usato frasi più che esplicite” ed anche quest’anno da parte di qualcuno in gara o da parte di “co-conduttori all’Altro Festival”. Inoltre viene rilevato che sempre a Sanremo “negli anni scorsi venne invitato Eminem come ospite internazionale. Sin dagli inizi della sua carriera è stato accusato di scrivere testi inneggianti alla violenza sulle donne”, come nel caso di ‘Kill You’, canzone d’apertura dell’album “The Marshall Mathers LP”, uno degli album più venduti al mondo, con protagonista un Eminem iracondo.
Per l’ufficio stampa dell’artista in gara “è evidente dunque che su questa polemica non solo Junior Cally e le sue rime, ma anche le donne e il sessismo non c’entrano nulla. Due sono le cose: o si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano”.
La risposta del rapper.
Cally ha risposto via social: “Due sono le cose: o si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano”.
Tutte le deputate contro Amadeus.
All’esordio del Festival, il direttore artistico e conduttore Amadeus si “scusi pubblicamente e riaffermi l’impegno della Rai nella lotta alla violenza, alle discriminazioni e ai pregiudizi di genere”. Lo chiedono le deputate dell’Intergruppo per le donne, i diritti e le pari opportunità che stigmatizzano quanto affermato da Amadeus nel corso della conferenza stampa di presentazione del prossimo Festival di Sanremo sulle donne e sulla presenza tra i cantanti in gara del rapper Junior Cally, i cui testi “come già evidenziato alla Rai da molte associazioni di donne, sono pieni di violenza, sessismo e misoginia”.
“Risulta del tutto incomprensibile che – attraverso le parole del direttore artistico e conduttore della più importante manifestazione musicale del paese – il servizio televisivo pubblico promuova un modello diseducativo di donna bella e disposta a occupare ruoli di secondo piano per non fare ombra al proprio compagno famoso. È lo specchio di una cultura secondo cui la donna non deve avere meriti particolari, se non quello di essere di bell’aspetto e di saper stare «un passo indietro” affermano le deputato dell’Intergruppo che si dicono dispiaciute del fatto che “malgrado l’imbarazzo che immaginiamo – e speriamo – da loro stesse provato, le donne presenti alla conferenza stampa in qualità di co-conduttrici non abbiano preso le distanze, né durante né dopo”.
Non solo. “In aggiunta a tutto questo, poiché tra i cantanti in gara è prevista la presenza del rapper per ragazzini Junior Cally, i cui testi, come già evidenziato alla Rai da molte associazioni di donne, sono pieni di violenza, sessismo e misoginia, appare evidente che la direzione artistica del Festival di Sanremo 2020 sia in palese contrasto con il contratto di servizio della Rai, i cui principî generali prevedono di ‘superare gli stereotipi di genere, al fine di promuovere la parità e di rispettare l’immagine e la dignità della donna anche – concludono – contro il principio di non discriminazione’, nonché la promozione e valorizzazione ‘delle pari opportunità, del rispetto della persona, della convivenza civile, del contrasto a ogni forma di violenza’”.
Anche Salvini contro Junior Cally.
“Junior Cally? Uno che incita all’odio e alla violenza contro le donne. Per un anno ho lavorato con Giulia Bongiorno per far approvare il codice rosso. Oggi leggo che la Rai e il più importante festival della canzone italiana, usando denaro pubblico, sdoganano femminicidio e stupro. Non ho parole: mi auguro che questo tizio non metta mai piede sul palco di Sanremo”. Così il leader della Lega Matteo Salvini, in una nota.