La vita dietro le quinte dei reality show: “Torture ai concorrenti…”

La vita dietro le quinte dei reality show: "Torture ai concorrenti..."
Una scena di Hell’s Kitchen

ROMA – Il New York Post ha raccolto le testimonianze di alcuni concorrenti dei reality più seguiti degli Stati Uniti. E tutti sono stati concordi nel giudicare l’esperienza “traumatica”. Due ex concorrenti del reality “The Biggest Loser“, in cui i partecipanti, obesi, sono chiamati a perdere peso, hanno raccontato come il dietro le quinte nasconde una realtà fatta di torture, fame ed angosce. I concorrenti spesso collassano o vomitano, eppure tutti firmano un accordo in cui s’impegnano a non parlare male del programma. 14 persone su 50 finalisti vengono portate in un ranch dove lavorano dalle cinque alle otto ore al giorno.

Kai Hibbard, una delle concorrenti intervistate, ha spiegato che la produzione è a conoscenza di ogni movimento dei partecipanti, produzione che chiama le persone a sforzi spesso insostenibili, a prove che hanno conseguenze sullo stato psico-fisico dei concorrenti, ad uno stress tale da provocare la perdita dei capelli.

“Ti fanno il lavaggio del cervello, ti dicono che sei fortunato a stare lì dentro. Era umiliante, ma dovevi mostrarti grata. I miei piedi sanguinavamo, a un certo punto pensavo di morire, ma il trainer mi diceva di alzarmi e di continuare. Gli allenatori sembravano godere ad umiliarci. Ci dicevano che saremmo morti prima di veder crescere i nostri figli e che ci avevano comprato una bara per ciccioni”.

Jen Yemola, concorrente di “Hell’s Kitchen” di Gordon Ramsay, ha raccontato della seconda cucina nascosta, dell’auricolare da cui Ramsay riceveva le battute dai produttori, del conduttore che non si fa mai vedere in giro. Lo stress fu tale che nonostante arrivò terza non ebbe le mestruazioni per sei settimane. Un’altra concorrente, Tek Moore, partecipante nella stessa stagione, disse che la produzione cambiava di proposito gli ingredienti così che la gente da casa li pensasse incapaci.

Seth Caro, concorrente di “Top Chef“, reality dove vari chef si sfidano per dimostrare la loro arte culinaria, ha raccontato di come fosse stato chiuso in un albergo nel corso della semifinale, senza possibilità di comunicare con il mondo esterno. Caro ha poi aggiunto che i concorrenti dormivano due ore a notte, che si mangiava quando voleva la produzione, che le pause, lunghe anche sei ore, non potevano essere usate dai concorrenti per conversare tra di loro. E qualcuno si è innamorato dei propri tormentatori: “Tutti si ripetono che non bisogna abbandonare la nave perché è una grande opportunità”.

Caro crollò scoppiando a piangere dopo che gli vennero rifiutati telefono e portafogli. Filmato mentre era in preda ad un attacco di panico, si rifiutò di fare un’ultima sfida e di salutare. Alla fine fu portato in un ospedale psichiatrico dove rimase contro la sua volontà per tre giorni. Il concorrente riuscì a contattare il padre da una cabina telefonica, con il genitore che andò a prendersi il figlio che ritiene a sua volta come la carriera sia stata rovinata al punto da costringergli a cambiare nome.

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