Le Iene, Arnaldo Cestaro racconta torture Diaz: “Ecco cosa fece la Polizia”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Aprile 2015 - 08:37 OLTRE 6 MESI FA
Le Iene, Arnaldo Cestaro racconta torture Diaz: "Ecco cosa fece la Polizia"

Arnaldo Cestaro intervistato da Le Iene

ROMA – Arnaldo Cestaro, 76 anni, è un pensionato ed è di Vicenza. E’ l’uomo che, con la sua testimonianza, ha fatto condannare l’Italia per torture davanti alla Corte Europea, quasi 14 anni dopo il G8 di Genova ed i tragici fatti della scuola Diaz. Le Iene lo hanno incontrato per una intervista (QUI IL SERVIZIO).

“All’epoca avevo 62 anni, oggi ne ho quasi 76, ma non ho smarrito la voglia di lottare, ce l’avrò fin quando avrò fiato”, le parole di Cestaro, che ha raccontato cosa avvenne all’interno della Scuola Diaz. Cestaro ha dichiarato che al momento dell’ingresso delle forze dell’ordine stava dormendo. Poi accadde il finimondo. “Ho sentito un rumore incredibile. Pensavo fossero i black block. Ho visto i manganelli ed ho capito che quella era la nostra polizia”, le parole di Cestaro “quegli uomini che ci dovevano difendere e che invece ci hanno attaccato. Ho pensato ad un colpo di stato ed al ritorno del fascismo. Manganellavano chiunque avessero a tiro.”.

Cestaro ricorda le cose più brutte di cui si macchiarono i poliziotti: “Ricordo sputi, manganelli, sangue dappertutto. Ho visto un poliziotto stracciare il piercing (e si porta la mano ad un orecchio, ndr) ad una ragazza”. L’uomo inoltre dichiara di aver subito la rottura di un braccio, una gamba e di dieci costole. “Ho dovuto subire tre operazioni, adesso mi fa male ancora e non sono più quello di prima, ma c’è stato chi ha subito danni peggiori”.

Il racconto di Cestaro è mostruoso, allucinante. “Mi picchiavano in quindici-venti poliziotti, ma non ricordo i volti perché erano tutti con la maschera. Ad un certo punto avevo la testa deformata, come un pallone da rugby, ma loro continuavano a picchiarmi, nonostante dicessi loro ‘basta, basta, basta’, poi non ho potuto più urlare perché non avevo neanche fiato”.

L’uomo racconta di aver visto ragazze trascinate per i capelli, come fossero cadaveri. “Quella notte i poliziotti picchiarono tante donne. Fu un massacro. Avevano paura, si fecerò la pipì addosso, anche io me la sono fatta addosso e mi sono fatto anche altro addosso”. “Sono stato picchiato ingiustamente. Ogni tanto mi sveglio con l’incubo di quella notte. Al collo ho ancora il fazzoletto rosso che indossavo quella notte. Sono stato a numerose manifestazioni, perché credo nella Repubblica. Rifarei tutto. Il male è l’indifferenza della gente che se ne va ai giardinetti”.

Infine, Cestaro chiede a Gianni De Gennaro, l’allora capo della Polizia attualmente numero uno di Finmeccanica, di dimettersi in quanto “criminale”. “I poliziotti che mi hanno picchiato non li perdonerò mai, Fini (all’epoca vice presidente del consiglio, ndr) è un uomo della Destra nazionale ed i risultati si sono visti in quei giorni”.