Live non è la D’Urso, Marco Carta si difende: “Nella busta avevo magliette pagate”

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 6 Giugno 2019 - 08:46 OLTRE 6 MESI FA
Live non è la D'Urso, Marco Carta si difende in tv: "Nella busta avevo magliette pagate"

Live non è la D’Urso, Marco Carta si difende: “Nella busta avevo magliette pagate”

ROMA – Marco Carta utilizza uno dei tribunali più efficaci in Italia, il tribunale mediatico, per difendersi dall’accusa di furto: il cantante è stato ospite di Live-Non è la D’Urso dove ha urlato la propria innocenza: “Sono innocente e cammino a testa alta.  Il giudice ha fissato il processo a settembre”. Carta è accusato (insieme a una sua amica) di aver rubato delle magliette alla Rinascente di Milano. 

Giova ricordare che, nello stesso giorno in cui è andata in onda la puntata su Canale 5, il padre della amica fermata con Carta ha accusato il cantante di aver addossato tutte le colpe alla figlia. E che, se Marco Carta andrà a processo, forse qualche prova i giudici potrebbero averla. Se non della sua colpevolezza, perlomeno di un suo coinvolgimento in questa vicenda. O almeno questa è l’ipotesi.

Dalla D’Urso Carta si è giocato la carta della vittima: “Sono sconvolto. Sai è difficile quando sei in un manicomio dimostrare che non sei pazzo. Ero con una persona che è stata fermata, un’amica che conosco da tempo. Io avevo una busta con delle cose pagate, con regolare scontrino.

All’uscita gli addetti alla sicurezza ci hanno fermato, io ho fatto vedere tutto ma hanno trovato l’antitaccheggio, ma ero tranquillo perchè sai può capitare che alle volte non li tolgono tutti. Poi ho visto che toglievano delle magliette dalla borsa della mia amica: ero sconcertato, allibito, per me non era possibile”.

Il cantante continua: “Quello che è stato scritto in verbale è stato un bene: attraverso quel documento e la mia testimonianza, il magistrato è stato molto meticoloso e non ha trovato prove. Alcuni giornali hanno scritto che sono stato rinviato a giudizio, non è vero sarò processato per direttissima. Avevo la possibilità e non ho scelto. Ho scelto la direttissima perché non avevo bisogno di mesi per creare una difesa. Il giudice ha fissato il processo a settembre. 

Io non sono preoccupato per quello che succederà ma mi preoccupa quello che dice la gente. Io so che dovrei fregarmene, ma quando finirà questa storia resterà sempre questo brutto ricordo. Io cammino a testa alta ma sono preoccupato per la mia famiglia, solo quello. Voglio tornare a fare la spesa, fare le cose normali e tornare a parlare di musica. A giugno uscirà il mio disco”. (Fonte Live-Non è la d’Urso).