Luigi Pelazza de “Le Iene” è stato espulso dal Marocco. All’inviato del programma Mediaset, che stava girando un’inchiesta sulla prostituzione minorile in Marocco, è stato consegnato un foglio di espulsione al termine di un blitz a Marrakech della polizia marocchina – avvenuto il pomeriggio di ieri, mercoledì 28 settembre – in cui è stato arrestato l’interprete locale e sono stati sequestrati il materiale della troupe, le telecamere e i file con le riprese girate fino a quel momento. Pelazza si trovava a Marrakech da lunedì, e ha raccontato a Cesare Giuzzi del Corriere:
«Abbiamo raccolto molto materiale su un grande giro di prostituzione minorile con ragazzi e ragazze di 13 e 14 anni pagati 300 o 400 euro per avere rapporti sessuali. Una rete che coinvolge non solo turisti occidentali ma anche turisti arabi e personaggi locali -spiega al telefono Luigi Pelazza – Mercoledì intorno alle 14 ci trovavamo in un appartamento di Marrakech per raccogliere la testimonianza filmata di alcuni ragazzi. All’uscita siamo stati bloccati da una decina di agenti».
Pelazza è stato fermato dalla polizia marocchina per alcune ore, insieme con Mauro Pilai, il suo cameraman, quindi è stato scortato fino all’aeroporto per essere espulso:
«Non ci sono voli al momento, probabilmente ci scorteranno su un aereo diretto a Parigi che partirà giovedì mattina. Non abbiamo avuto la possibilità di parlare né di incontrare funzionari o interpreti dell’ambasciata italiana. Ci hanno accusato di aver filmato i minori senza consenso. L’obiettivo però era quello di sequestrare il materiale video e la nostra attrezzatura, e cosi hanno fatto».
Pelazza attribuisce il motivo del blitz alle verità scottanti che sarebbero emerse dalla sua inchiesta, girata come spesso si usa a “Le Iene” con microcamere nascoste e testimoni a volto coperto. Se un servizio fa capire che c’è un sistema che protegge la prostituzione minorile, può dare fastidio a qualche potente locale e alla polizia:
«Il nostro interprete è stato arrestato e non sappiamo nulla di lui. In serata ci hanno restituito il telefonino, il resto del materiale è ancora sotto sequestro. Ci hanno chiesto di firmare documenti in francese ma ci siamo rifiutati in assenza di funzionari dell’ambasciata italiana. Ora siamo qui bloccati in aeroporto, lo scalo é chiuso, non ci sono voli di notte e noi restiamo piantonati dagli agenti. Non sappiamo nulla del nostro futuro».