Mario Capanna contro Massimo Giletti: “Io lo chiamo con 2 L perché lui è niente”

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Marzo 2015 - 14:28 OLTRE 6 MESI FA
Mario Capanna contro Massimo Giletti: "Io lo chiamo con 2 L perché lui è niente"

A sinistra Mario Capanna, a destra Massimo Giletti

ROMA – “Massimo Gilletti, io lo chiamo con due elle perché lui è un niente. Così gli aggiungo una L e lo faccio sembrare qualcosa”. Mario Capanna, ex leader del ’68 e deputato di Democrazia Proletaria, non ha ancora digerito l’accesa lite in tv avuta con il conduttore de L’Arena, su Rai Uno, con tanto di lancio finale del suo libro. E torna alla carica, prima ai microfoni della Zanzara su Radio24, poi su La3 ospite di Andrea Scanzi alla prima puntata di Reputascion.

Sobillato da Beppe Cruciani e David Parenzo proprio sulla questione della riduzione del vitalizio del 10 per cento che aveva scatenato lo scontro con Giletti, Capanna dice:

“Il consiglio di amministrazione della Rai lo ha multato, Giletti non è così bravo. Si è beccato una mega multa, così impara. Giletti è un giornalista oclocratico. Ma voi non sapete cosa vuol dire, siete ignoranti come lui. Oclocratico è il giornalista che sobilla la folla, già avvelenata, perché sia sempre più ignorante”.

Poi ancora più caustico da Scanzi, ribadisce:

‘’La Rai spende denaro pubblico per pagare quel sedicente conduttore, 330mila euro l’anno, conduttore a tal punto incapace che dopo quella sceneggiata la Rai medesima gli ha appioppato una mega multa, con la claque pagata coi soldi del canone per applaudire le sue fregnacce”.

Capanna spiega che è intervenuto a L’Arena perché,

“Il conduttore lanciatore di libri e di falsi, la settimana prima ‘mea assente’ ha pronunciato ben 18 volte il mio nome e cognome attaccandomi. La profonda scorrettezza provocandomi e invitandomi di fronte a 4 milioni di spettatori ad andare da lui perché voleva dibattere con me. L’ho accontentato a tal punto che il tapino non si è reso conto che l’ho portato al punto di perdere il controllo.

Quanto al lancio del suo libro, dice, è stato:

Un gesto di tipo nazistoide, ci mancava che tirasse fuori l’accendino e gli desse fuoco e il quadro era completo. Tutto questo significa che non siamo più di fronte alla televisione, ma alla manipolazione dove la verità viene occultata e viene semplicemente proposta una verità a pagamento di tipo populistico che è una vergogna”.