Mentana: “A La7 guadagno 320mila euro, un quinto di Mediaset”

Pubblicato il 3 Maggio 2011 - 15:21 OLTRE 6 MESI FA

Enrico Mentana (foto LaPresse)

TORINO – Enrico Mentana ha quadruplicato gli ascolti a La7 e ‘Vanity Fair’ gli dedica la copertina del prossimo numero in edicola dal 4 maggio. “Ci sono più pubblici. C’è chi mi ferma per strada e dice sempre la stessa frase: ‘Grazie perché mi hai restituito il gusto di vedere un vero telegiornale’.

C’era spazio per rifare un Tg come era 20 anni fa, prima che a cambiarlo arrivasse un vento a cui io, con la nascita del Tg5 ho fortemente contribuito”. Così risponde Enrico Mentana alla domanda sugli ascolti che gli è stata posta durante l’intervista a ‘Vanity Fair’.

“Il Tg1 è orgogliosamente filogovernativo. E’ una rivoluzione perché, prima di lui, il Tg1 cambiava solo per un 20% a seconda del partito che saliva al governo. E la sta pagando: i telespettatori antiberlusconiani vanno a cercare altro”. Queste le parole di Enrico Mentana, direttore del Tg di La7, in un’intervista rilasciata a ‘Vanity fair’, alla domanda su cosa ne pensa del Tg1 di Minzolini, e aggiunge nel caso gli proponessero la direzione del Tg1: “Me l’hanno offerto due volte in passato e ho rifiutato. So come funziona. In Rai – ha proseguito – tornerei solo se mi venisse garantita la libertà di non rispondere al telefono ai politici. Una cosa che non concederanno mai. Io sono l’unico direttore di Tg che non vota”.
La politica oggi è raccontata da piccoli fatti che non c’entrano con la passione. Per questo tante storie private, di sesso e tradimenti, prendono piede: un tempo non è che fossero più casti, ma avevano più argomenti. Oggi la politica è solo l’arte del prevalere”. Sulla fama di uno dei pochi giornalisti indipendenti Enrico Mentana sottolinea: “Io non ho mai fatto niente per alimentare questa sindrome da conte di Montecristo, se c’era una notizia la davo lo stesso”. Inoltre, “quando c’è stata la rottura con Mediaset, La7 mi aveva cercato subito, ma la cosa fu bloccata. Da chi ha il potere. L’editore di La7 è Telecom, dentro ci sono Generali, Mediobanca e altri soci pesanti. Di certo la politica non ha caldeggiato la mia nomina. La ritengo una blanda censura di mercato”.

“Il Tg1 è orgogliosamente filogovernativo. E’ una rivoluzione perché, prima di lui, il Tg1 cambiava solo per un 20% a seconda del partito che saliva al governo. E la sta pagando: i telespettatori antiberlusconiani vanno a cercare altro”. Queste le parole di Enrico Mentana, direttore del Tg di La7, in un’intervista rilasciata a ‘Vanity fair’, alla domanda su cosa ne pensa del Tg1 di Minzolini, e aggiunge nel caso gli proponessero la direzione del Tg1: “Me l’hanno offerto due volte in passato e ho rifiutato. So come funziona. In Rai – ha proseguito – tornerei solo se mi venisse garantita la libertà di non rispondere al telefono ai politici. Una cosa che non concederanno mai. Io sono l’unico direttore di Tg che non vota”.
La politica oggi è raccontata da piccoli fatti che non c’entrano con la passione. Per questo tante storie private, di sesso e tradimenti, prendono piede: un tempo non è che fossero più casti, ma avevano più argomenti. Oggi la politica è solo l’arte del prevalere”. Sulla fama di uno dei pochi giornalisti indipendenti Enrico Mentana sottolinea: “Io non ho mai fatto niente per alimentare questa sindrome da conte di Montecristo, se c’era una notizia la davo lo stesso”. Inoltre, “quando c’è stata la rottura con Mediaset, La7 mi aveva cercato subito, ma la cosa fu bloccata. Da chi ha il potere. L’editore di La7 è Telecom, dentro ci sono Generali, Mediobanca e altri soci pesanti. Di certo la politica non ha caldeggiato la mia nomina. La ritengo una blanda censura di mercato”.