Monti: “Rai? Così non va”. Rosa dei nomi per il dopo-Lei come dg

Pubblicato il 1 Maggio 2012 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA

Mario Monti (Lapresse)

ROMA – Il premier Mario Monti interviene sulla tv pubblica: alla Rai ”la logica della trasparenza, del merito, dell’indipendenza dalla politica non è garantita”. L’affondo di Monti continua: ”La Rai è un esempio eclatante” di ”enti e società che vanno rivisti”. Una presa di posizione forte che arriva dopo la sostanziale frenata di qualche giorno fa, quando il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, aveva escluso che ci fossero le condizioni per modificare la legge Gasparri in tempo per il rinnovo del cda, creando non pochi malumori nel Pd, che continua a chiamarsi fuori da nuove nomine con la normativa vigente. E forse anche un cambio di approccio del premier nei confronti della sua maggioranza su un tema particolarmente spinoso.

La scadenza del vertice Rai è imminente: il cda resta in carica fino all’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea dei soci, gia’ convocata per il 4 e 8 maggio. All’ordine del giorno c’è anche il rinnovo delle cariche sociali: in linea teorica, dunque, il governo potrebbe già indicare il consigliere di sua competenza e il presidente, la cui nomina va poi ratificata dalla Vigilanza a maggioranza di due terzi. E’ probabile che il nodo venga affrontato dopo le amministrative.

Il Corriere della Sera scrive che “in quanto ai possibili nomi, esce dalla rosa ovviamente Enrico Bondi, dato fino a tre giorni fa possibile direttore generale ma nominato Commissario per la razionalizzazione della spesa sugli acquisti di beni e servizi. Per la presidenza si continua a fare il nome di Giulio Anselmi, per la direzione generale circolano quelli di due manager…come Claudio Cappon, già due volte direttore generale, e di Giancarlo Leone, oggi responsabile della nuova struttura Intrattenimento e in passato vicedirettore generale. Ci sono anche le ipotesi di Francesco Caio e di Rocco Sabelli, manager uscente di Alitalia. Mario Monti vedrebbe con molto favore un nuovo metodo da parte della politica: cioè la nomina di consiglieri sganciati dall’universo dei partiti (niente ex parlamentari, per esempio) ma manager della cultura e dell’audiovisivo, capaci di affrontare immediatamente i gravissimi nodi che stanno stringendo viale Mazzini”.

IL COMMENTO DI GIULIETTI Giuseppe Giulietti di Articolo 21 ha commentato così insieme a Vincenzo Vita del Pd: “In questo caso la pensiamo come Lui e,proprio per questo, ci aspettiamo che alle Parole seguano gli atti, a cominciare da una proposta e da una i iniziatva che punti a superare la legge Gasparri e a porre fine alla nomina diretta da parte dei governi e dei partiti. A questo punto ancora piû opportuno che il prossimo 4 maggio, subito dopo la eventuale approvazione del mediocre bilancio, il gruppo dirigente della Rai rassegni le dimissioni e apra la strada ad una soluzione rapida e coraggiosa. Naturalmente ci auguriamo che Monti e, non solo Lui, voglia seguire, per la Rai e per le Autorità di garanzia, un metodo di svelta fondato sulla competenza, sulla autonomia, sulla prevalenza assoluta ell’interesse generale sui conflitti di interessi”.