Non è l’arena, Vittorio Feltri a Vladimir Luxuria: “Non avrei mai usato il termine pervertito, però…”

di Filippo Limoncelli
Pubblicato il 11 Marzo 2019 - 13:36 OLTRE 6 MESI FA
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Non è l’arena, Vittorio Feltri a Vladimir Luxuria: “Non avrei mai usato il termine pervertito, però…”

ROMA – “Il termine pervertito non lo avrei mai usato, non capisco dove sia le perversione, ciascuno è responsabile della propria vita, lei fa quello che vuole e io la rispetto”. 

Vittorio Feltri ospite di Massimo Giletti a Non è l’Arena, interviene in difesa di Vladimir Luxuria a commento delle parole del professore Andrea Del Ponte, docente del classico D’Oria a Genova, che le aveva dato del “pervertito” ma poi si apre una piccola polemica tra il direttore di Libero e la stessa Luxuria che vuole essere chiamata “signora” e non “signore” anche se a Feltri “non interessa, sono dettagli”.

Ma insiste: “Io la rispetto profondamente, il professore ha usato un termine inadeguato. A me non frega niente se uno da femmina diventa maschio o da maschio femmina”.

Post omofobo, gli studenti contro il prof che ha definito “pervertito” Luxuria

“Le idee del professor Del Ponte non rappresentano gli 800 studenti del nostro liceo, non rappresentano gli 80 docenti, non rappresentano la preside e soprattutto non rappresentano la nostra scuola”. E’ la presa di posizione molto netta che arrivò dai ragazzi del liceo classico D’Oria dopo la polemica suscitata da un post su Facebook con cui il professor Andrea Del Ponte, docente di greco e latino, aderiva ad una raccolta firme per la cancellazione del programma di Rai Tre “Alla lavagna”, colpevole di aver ospitato Luxuria in una classe di bambini di quinta elementare.

Aveva scritto Del Ponte: “Firmiamo in massa! Basta con il plagio delle menti dei bambini ad opera dei pervertiti sulla tv di Stato”. Quel “pervertiti” utilizzato per offendere e ghettizzare come dei deviati i transgender, aveva provocato la reazione dell’ex deputata Luxuria che aveva chiesto l’allontanamento di un insegnante le cui idee potevano creare forti traumi a studenti omosessuali o comunque ancora in cerca della loro identità.

Fonte: La7