Virginia Marchesini, Paki Valente e la lettera a Dagospia: “Sono l’unico genitore e ho scoperto che…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Febbraio 2019 - 10:57 OLTRE 6 MESI FA
Paki Valente, Virginia Marchesini e la lettera di sfogo a Dagospia

Virginia Marchesini, Paki Valente e la lettera a Dagospia: “Sono l’unico genitore e ho scoperto che…”

ROMA – Pasquale “Paki” Valente in una lettera a Dagospia si sfoga per la situazione che sta vivendo con la figlia Virginia Marchesini. Dopo la morte di Anna Marchesini, Valente ha chiesto al tribunale di trovare un amministratore di sostegno per la figlia che né tutelasse l’eredità, ma ha scoperto che ora qualcuno ha avviato un procedimento di adozione a Perugia.

Una scoperta che ha fatto da poco e che l’ha rammaricato. L’ex marito della Marchesini e la figlia Virginia non sono in buoni rapporti, la giovane infatti non vuole incontrarlo da anni e dopo la morte della madre la situazione è peggiorata. Paki Valente ha parlato delle difficoltà con la figlia in televisione e Virginia lo aveva denunciato per violazione della privacy, un’accusa che però nel 2018 è stata archiviata dal gip.

Ecco il testo della lettera inviata da Valente a Dagospia e che il sito pubblica interamente:

“Sono Packi Valente l’unico genitore rimasto in vita di Virginia Marchesini. L’Italia è ancora uno stato di diritto o ci siamo trasformati in uno stato che non tutela più i nostri diritti?

Il tribunale tutelare di Roma su mia esplicita richiesta pochi mesi fa, ha stabilito che mia figlia Virginia Marchesini avesse un Amministratore di Sostegno Permanente che si occupi di proteggere la sua eredità. Ho richiesto un amministratore allo Stato al solo scopo di proteggere l’eredità di mia figlia da terzi; parenti inclusi.

Scopro solo ora grazie al mio avvocato del foro di Roma Avv. Maria Cristiana Gambarota, che ci sarebbe in atto un procedimento a Perugia per adottare mia figlia Virginia. La legge ha il dovere di ascoltare i genitori, eppure sembra ci siano state alcune udienze senza di me, suo padre.

Io sono un uomo pubblico facilmente rintracciabile eppure non mi hanno trovato. Rimango attonito sul come sia facile in una società di diritto come la nostra, spostare e o trasformare un provvedimento già in essere del Tribunale Tutelare di Roma ad un altro procedimento al Tribunale di Perugia senza che l’unico genitore rimasto in vita di Virginia ne sapesse nulla.

Se non fosse stato per il mio avvocato, io non avrei saputo nulla e non potrei oppormi; e mi sarei ritrovato la mia unica figlia adottata da parenti di terzo grado. Le domande che mi pongo sono: ma se mia figlia non avesse ereditato un ingente patrimonio, costoro si sarebbero dati da fare allo stesso modo? E l’amministratore di sostegno permanente dello Stato che ha il dovere di proteggere mia figlia: dove era?”.

Fonte Dagospia