Paolo Bonolis lascia la tv? “Vorrei fermarmi, non sono più contemporaneo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Gennaio 2019 - 15:29| Aggiornato il 3 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Recupero con maggiore fatica rispetto a vent’anni fa. Non sento la necessità morbosa di esserci, tanto che tra un paio di anni vorrei fermarmi, perché non sono più contemporaneo“. A parlare è Paolo Bonolis, intervistato da Il Fatto Quotidiano.

La confessione ricade poi sugli inizi e sui tanti anni di carriera faticosi, seppur oggi superati anche se stenta – come da sue parole – a star dietro a questo mondo fatto di tanta tecnologia e poche parole. “Parlo un linguaggio analogico in un mondo digitale. Non uso il computer, ho un cellulare vecchio, sono cresciuto in un’epoca che si avvitava sulle ideologie”.

L’argomento è poi andato a toccare i suoi guadagni, decisamente onerosi come più volte i giornalisti gli hanno fatto notare. Paolo, seppur molto infastidito dalla questione, ha sempre reagito in maniera obiettiva e diplomatica: “Prendo quelle cifre perché ho il mercato che me le dà. Anni fa avevo un contratto da 7,8 miliardi, una giornalista mi disse: ‘Non prova vergogna per quello che guadagna?’. Mi provocò notevole fastidio. La risposta? ‘Con me l’azienda fattura intorno ai 175 miliardi l’anno, quindi sono sottopagato'”.

Nella vita privata giura di essere molto diverso da come lo si vede in tv: “La telecamera prevede un atteggiamento anche esasperato, perché trovo divertente esasperare, mentre fuori dagli studi rallento di colpo […] Sono realmente tranquillo, direi timido, con una vita riservata. Esco pochissimo”.

Infine, quando gli si chiede un parere sulle numerose critiche che regolarmente piovono sulla moglie Sonia Bruganelli per la sua condotta social, Bonolis replica: “Lei è più giovane di me, ha 13 anni meno, ed è cresciuta in un’altra dimensione. Io sono cresciuto con Sandokan, Tognazzi e Vianello, Il libro Cuore… Lei con Dinasty e Falcon Crest. Se sono abissi? A un certo punto devi fare un compromesso. Ma è divertente, un po’ come scrivere nel 2019 un libro a penna”.