Rai, Masi e l’affondo su Santoro: dieci giorni di sospensione. Il giornalista: “Attentato alla tv, reagirò”

Pubblicato il 13 Ottobre 2010 - 10:01 OLTRE 6 MESI FA

Michele Santoro

La Rai ha deciso, il direttore Generale Mauro Masi ha punito Michele Santoro e lo ha fatto con la pena più dura: la sospensione per dieci giorni. Ovvero per dieci giorni, a partire dal 18 ottobre, niente video e niente soldi. E soprattutto, per due giovedì niente Annozero. Masi poteva fare a Santoro un richiamo verbale, o uno formale ma ha preferito direttamente punirlo severamente con la pena “maggiore” prevista per i giornalisti; la sospensione.

Il dg aveva promesso battaglia al conduttore di Annozero già dalla prima puntata, quella in cui Santoro aveva mandato un “vaffa…mbicchiere” a Masi in diretta. Ieri, nella stanza del direttore generale, dopo tre settimane di ipotesi e ventilate sanzioni, il Dg si è chiuso con gli avvocati dello “Studio legale Pessi” e hanno deciso cosa fare per sanzionare Santoro.

La decisione, dunque, contenuta in una lettera recapitata al giornalista, consiste in “dieci giorni di sospensione e di mancata retribuzione a partire da lunedi’ 18 ottobre”. Masi ha deciso per la linea dura. Ha ovviamente escluso l’ipotesi del licenziamento per Santoro (che, pure, aveva annoverato tra le possibilità) solo perché i consiglieri Rai non si sono mai mostrati favorevoli e per licenziare un dipendente avrebbe avuto bisogno dell’approvazione del Cda. Ma tra le “punizioni” di cui poteva disporre ha scelto la più dura: il massimo della pena, per dirlo con le parole di un avvocato. La sospensione, e la più lunga che poteva dare. Perché dieci giorni senza andare in video e senza stipendio significa che domani Annozero ci sarà ma che per due settimane non andrà in onda.

Santoro: ricorrerò con forza in ogni sede. Santoro, a questo punto, potrà opporsi ricorrendo anche al giudice del lavoro. E il giornalista ha già annunciato di voler “ricorrere con forza in ogni sede” dopo aver definito la decisione di Masi di ”gravità inaudita”.

”Il provvedimento disciplinare assunto nei miei confronti, con una procedura ad personam, e’ di una gravita’ inaudita e, contro di esso, reagiro’ con tutte le mie forze in ogni sede. Ritengo, tuttavia – aggiunge Santoro nella lettera -, che il Consiglio, anche senza entrare nel merito di questa ‘punizione esemplare’, debba pronunciarsi sulla decisione assunta dal Direttore Generale di metterla in atto cancellando due puntate di Annozero”.

“Una punizione nei miei confronti – aggiunge Santoro – si trasforma cosi’ in una punizione per il pubblico, per la redazione, per gli inserzionisti, per la Rai. E, in questo modo, si spezzano le gambe ad un programma di grandissimo successo, dopo averlo gia’ sottoposto a una partenza ad ostacoli, dopo che ogni settimana deve andare in onda in un clima di tensione, dopo che Vauro e Travaglio – aggiunge Santoro – sono costretti a fornire gratuitamente le loro prestazioni senza che vengano fornite motivazioni di sorta. Considero tutto questo un vero e proprio attentato alla televisione di fronte al quale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità”.

Masi: non è censura. ”Il provvedimento disciplinare adottato nei confronti di Michele Santoro non puo’ essere in alcun modo considerato riconducibile ad iniziative editoriali tendenti a limitare la libertà di espressione o il diritto di critica.1 Santoro si e’ reso responsabile di due violazioni disciplinari ben precise”. A spiegarlo è il direttore generale della Rai Mauro Masi.

Le violazioni, aggiunge Masi, sono ”1. l’uso del mezzo televisivo a fini personali; 2.un attacco diretto e gratuitamente offensivo al Direttore Generale, per una circolare a garanzia dell’equilibrio all’interno dei programmi di approfondimento informativo, che è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione”.

”Nessuna censura, ribadisco – aggiunge il dg – nessun attentato alla liberta’ d’informazione. Le responsabilita’ di Michele Santoro sono esclusivamente di ordine disciplinare nell’ambito di precise disposizioni aziendali che tutti, all’interno della Rai, sono tenuti ad osservare. Non esistono dipendenti piu’ uguali degli altri o zone franche all’interno delle quali sia possibile garantirsi il diritto all’impunita’, tanto piu’ quando si arriva ad insultare il Capoazienda in diretta televisiva con una modalità di contenuti ed espressioni che crea un caso che non ha precedenti al mondo”.

Garimberti: decisione sproporzionata. Per il presidente della Rai Paolo Garimberti, quello su Annozero e’ ”un provvedimento di esclusiva responsabilita’ del Direttore Generale che ho appreso come gli altri dalle agenzie. E’ quasi superfluo dire che non lo condivido perche’, al di la’ di altre considerazioni, lo trovo manifestamente sproporzionat”.

Rizzo Nervo: decisione sbagliata. ”La sospensione di Michele Santoro è una decisione sbagliata ed abnorme di cui il direttore generale si assume ogni responsabilita’ che conferma, come era gia’ emerso dalle intercettazioni di Trani, la sua volontà di assecondare le pressioni politiche esterne per chiudere la trasmissione di Santoro”. Lo sostengono i consiglieri d’amministrazione della Rai Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten.

”Ci chiediamo con preoccupazione in quale Paese sarebbe possibile quello che sta avvenendo in Rai: un’azione continua e destabilizzante che ha come obiettivo ormai scoperto quello di intimidire e ostacolare le trasmissioni sgradite al presidente del consiglio. Adesso Santoro decidera’ cosa fare, da parte nostra non possiamo pero’ accettare – continuano Rizzo Nervo e Van Straten – che i tempi di attuazione di un provvedimento disciplinare, destinato peraltro ad essere annullato in sede di ricorso, possano avere come effetto la mancata messa in onda di una trasmissione di successo determinando un grave danno aziendale anche in termini di mancati ricavi pubblicitari. Nel caso in cui cio’ dovesse accadere non vi e’ dubbio che il direttore generale sara’ chiamato personalmente a risponderne. E’ consolidata prassi aziendale, infatti, che la decisione di indicare le date in cui la sospensione verrà applicata spetta ai direttori di rete e di testata per evitare, come è del resto logico, che un provvedimento disciplinare possa tradursi in un danno per il funzionamento della rete o della testata”.

Anche il senatore Pd Vincenzo Vita, della commissione Vigilanza Rai, contesta il direttore generale. “Masi spieghi che sanzione contro Santoro è stata presa dalla Direzionegenerale della Rai. Naturalmente il problema verrà posto nella Commissione di Vigilanza. Alla luce delle conclamate faziosità e delle costantiviolazioni del pluralismo ‘Anno zero’ diventa il capro espiatorio di comodo. L’alibi per far finta di dare autorevolezza a un gruppo dirigente che da tempo l’ha persa”.