ROMA – Rai, Renzi “scippa” il 10% del canone, 170 milioni. Più la spending review. Il Governo Renzi ha chiesto alla Rai di contribuire al recupero di risorse per finanziare i provvedimenti annunciati: per questo ha mandato una lettera indirizzata ai vertici di Viale Mazzini in cui chiede loro di girargli il 10% del canone tv, circa 170 milioni di euro. In più la Rai dovrà allinearsi al rispetto del tetto agli stipendi dei manager che non potranno essere maggiori di 238mila euro. 170 milioni in una botta sola rappresentano una bella botta per le casse della televisione di Stato che proprio con il canone realizza la fetta maggiore dei suoi ricavi (1.756 miliardi di euro su 2.748 miliardi nel 2013).
La decurtazione inciderà pesantemente sui bilanci della Rai di quest’anno, già gravati dai 100 milioni spesi in diritti sportivi (ci sono i Mondiali di Brasile 2014). Il 2013 è stato l’anno di un recupero delle perdite (utile di 5,3 milioni contro un passivo di 245 milioni dell’anno precedente). La pubblicità langue (700 milioni di ricavi, il 30% in meno in due anni), il debito consolidato (441 milioni con le banche) è destinato a crescere, la scure del commissario Cottarelli sempre pendente (aveva già minacciato il taglio di alcune sedi regionali). Senza risorse il servizio pubblico è destinato a un sostanziale ridimensionamento (specie se l’opera di risanamento non avviene con una virtuosa gestione degli sprechi ma attraverso lo storno di una parte del contributo dei cittadini) che oltre ad avvantaggiare l’unico concorrente (Mediaset) avalla i progetti per alienare la proprietà dal controllo del Tesoro per magari assegnarlo a una non meglio precisata Fondazione con professori, esperti, sindacalisti ecc… (le banche non insegnano niente?).
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