Rai, sciopero del 22 dicembre confermato dai sindacati

Pubblicato il 13 Dicembre 2011 - 14:23 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I sindacati del personale non giornalistico della Rai hanno proclamato uno sciopero generale per il 22 dicembre contro le misure anticrisi adottate dal cda. L’iniziativa, decisa da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind ConFsal ed annunciata la scorsa settimana, e’ stata ufficializzata dopo che le sigle non hanno ricevuto risposte dall’azienda. I lavoratori incroceranno le braccia per l’intero turno con presidi nelle diverse sedi della tv pubblica.

Lo sciopero e’ stato deciso – spiega una nota – contro ”la cessione di Rai Way; la chiusura delle riprese esterne; la chiusura di Rai International, Rai Corporation, Rai Med e gli uffici di corrispondenza; la rinuncia alle trasmissioni calcistiche; la volonta’ di ridurre le capacita’ editoriali e produttive delle sedi Trieste, Bolzano, Aosta, Trento e Palermo; la volonta’ di non rinnovare il contratto nazionale di lavoro; il piano di riduzione di spazi produttivi che metta a rischio le assunzioni dei tempi determinati e la professionalita’ di tante risorse interne” e ”per il rilancio del servizio pubblico con investimenti su risorse interne, internalizzazioni di produzioni, riduzione di appalti e consulenze”.

”Ai temi aziendali – prosegue la nota – vanno aggiunti quelli nazionali e generali, la finanziaria di Monti pesa essenzialmente su lavoratori dipendenti e pensionati”. I sindacati ”hanno costituito un pacchetto di assemblee da tenersi presso i centri di produzione e le sedi regionali inizialmente colpite dal Piano” e ”faranno richiesta d’incontro al ministero dell’Economia e Finanze e quello dello Sviluppo Economico” ed ”alla Commissione di Vigilanza Rai”.

”Oggi alle 15 incontreremo la commissione di Vigilanza Rai e questa volta picchiamo duro”. A dirlo e’ Carlo Degli Esposti, vicepresidente dell’Associazione produttori dell’audiovisivo, oggi a margine della presentazione della fiction di Canale 5 ‘I cerchi nell’acqua’.

”Stiamo a discutere ore e ore – dice Degli Esposti – sugli 80 mila lavoratori Fiat quando il mercato dell’audiovisivo che ha subito una contrazione come nessun altro settore, stringendo proprio all’osso, conta 150 mila addetti. Tra tagli Rai, tagli Mediaset e l’impossibilita’ di fare sviluppo distruggiamo anche l’immagine dell’Italia all’estero, quando con una legislazione equa il nostro settore potrebbe avere una crescita del 300 per cento e occupazione per mezzo milione di persone. Ma purtroppo sono accordi che non sanno fare. Il nuovo governo – conclude Degli Esposti – dovrebbe mettere ai primi tre posti del suo lavoro la ricerca, il turismo e l’audiovisivo e solo dopo discutere tutto il resto”.