Rai, sciopero sì, sciopero no: “Tagli, favore a Mediaset”, “Ci sputano addosso”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Giugno 2014 - 14:01 OLTRE 6 MESI FA
Rai, sciopero sì, sciopero no. "Tagli, favore a Mediaset", "Ci sputano addosso"

Rai, sciopero sì, sciopero no. “Tagli, favore a Mediaset”, “Ci sputano addosso”

ROMA – Rai, sciopero sì, sciopero no. “Tagli un favore a Mediaset”, “Ci sputano addosso”. Sindacati divisi, dipendenti sconcertati ma divisi: questo sciopero, il primo della lunga vita della Rai Tv contro una misura adottata dal Governo, s’ha da fare oppure no? Le reazioni di fronte ai cancelli di Viale Mazzini raccolte da Concetto Vecchio di Repubblica registrano l’ansia del momento (chi sarà tagliato?) e la preoccupazione per le sorti aziendali, il tutto aggravato da una reputazione Rai ridotta al livello della Casta politica (“15 anni fa arrivavi con una telecamera Rai e la gente ti chiedeva “per favore, m’intervisti”, ora quasi ti sputa addosso”). L’apparizione dell’uomo nuovo, Matteo Renzi, sulla scena politica, complica il quadro. Il termometro più affidabile degli equilibri e dei rapporti di forza di Palazzo è impazzito.

Un giornalista di Rai Tre coglie una contraddizione manifesta: Se quelle cose le avesse dette Berlusconi avremmo fatto fuoco e fiamme, la verità è che questo attacco favorisce Mediaset”. Non è detto, visto che in 20 anni mai la Rai ha immaginato uno sciopero contro il suo maggiore concorrente entrato nella stanza dei bottoni. Quei 150 milioni scippati dal Governo sono solo un antipasto di quello che li aspetta? Il prossimo passo sarà la privatizzazione di uno o due canali? Intanto bisogna distinguere: gli sprechi vanno eliminati, gli appalti esterni devono finire, la cinghia la si può tirare, le sedi regionali ridimensionate, ma, per esempio, lo sa Renzi che la TgR ha 700 giornalisti contro i 3mila cronisti locali della Bbc? 

La Gabanelli sostiene che ci occupiamo troppo di sagre e di assessori, ma noi ci siamo sempre, soprattutto a coprire le tragedie: il terremoto dell’Aquila, l’alluvione nelle Marche”, si ascolta rivendicare. Si dovrebbe parlare piuttosto dell’evasione del canone tv, la tassa più odiata dagli italiani. Uno su quattro infatti non la paga, mancano all’appello 500 milioni, senza contare i 22 milioni che solo quest’anno si sarebbero recuperati legando la quota all’inflazione. Ma questo è solo un corno del problema, si diceva una volta. La verità, per quanto fluida e inafferrabile, si specchia su situazioni difficilmente difendibili. Non manca chi le segnala:

Leonardo Metalli, inviato del Tg1 , dichiarate simpatie grilline: «Perché devi far fare un programma a Porro? Fallo fare a uno interno, no? Fazio guadagna 5300 euro al giorno». Carlo Paris, Raisport: «Dovevamo denunciarlo noi che alla sede Rai di Firenze ogni giornalista ha a disposizione 136 metri quadri. So’ più de casa mia ». (Concetto Vecchio, La Repubblica)