Spot in dialetto per il canone Rai, il web si ribella

Pubblicato il 13 Dicembre 2010 - 14:46 OLTRE 6 MESI FA

Mobilitazione sul web contro gli spot in dialetto per la campagna per il canone Rai. Su Facebook hanno superato quota mille le adesioni al gruppo ‘Contro gli spot Rai sui dialetti: vergogna, sono lingue vive!’.

L’iniziativa è  scattata venerdì sera, dopo che erano stati diffusi dal sito dell’ANSA i video dei promo che la Rai ha associato alle celebrazioni per il 150/o anniversario della proclamazione dello Stato unitario. Secondo i promotori dell’iniziativa, gli spot ”raffigurano le lingue locali come veicoli di arretratezza e di incomprensione, anziche’ come patrimoni da salvare in accordo con le raccomandazioni dell’Unesco”.

Hanno aderito studiosi, appassionati, linguisti, poeti, artisti, musicisti e promotori culturali provenienti da ogni regione. ”Associando ancora una volta il senso della vergogna, del ridicolo, del passato alle lingue ‘minori’ – si legge sulla pagina Facebook – la Rai non si accorge di essere rimasta davvero a 150 anni fa, quando il diktat del regno prima fatto proprio dal fascismo poi, era quello di ‘distruggere le vere identità  dei popoli’ per costruirne una fittizia non basata sul rispetto delle differenze bensi’ sull’uniformita’ al pensiero della ragion di Stato”.

Solidarieta’ all’iniziativa – si ricorda dalla pagina Facebook – e’ giunta dall’assessore veneto Roberto Ciambetti (Lega) che, riconoscendo l’idea di una ”protesta civile”, afferma di credere che una obiezione al pagamento ”sia un gesto di legittima difesa”.

”Personalmente penso che la Regione potrebbe intervenire perche’ quelle pubblicità non vengano messe in onda – ha detto – perché esse insultano i valori del regionalismo”. I promotori chiedono che ”altri esponenti politici di ogni forza in campo si aggiungano ora alla sua voce”. Il gruppo si trova all’indirizzo www.facebook.com/profile.php?id=100000083308667#!/home.php?sk=gr oup_181723511840962&ap=1.