Sanremo 2021, la classifica generale: Ermal Meta primo, Willie Peyote secondo e Arisa terza
Pubblicato il 6 Marzo 2021 - 11:19 OLTRE 6 MESI FA
Emal Meta è in testa alla classifica generale del Festival di Sanremo 2021 dopo la quarta serata.
La classifica è determinata dalla media tra le percentuali di voto ottenute dai Campioni dalle diverse giurie nelle prime quattro serate del Festival: giuria demoscopica, l’Orchestra e la sala stampa.
- Ermal Meta Un milione di cose da dirti
- Willie Peyote Mai dire mai (La Locura)
- Arisa Potevi fare di più
- Annalisa Dieci
- Maneskin Zitti e buoni
- Irama La genesi del tuo colore
- La Rappresentante di Lista Amare
- Colapesce/Di Martino Musica leggerissima
- Malika Ayane Ti piaci così
- Noemi Glicine
- Lo Stato Sociale Combat Pop
- Orietta Berti Quando ti sei innamorato
- Extraliscio feat. Davide Toffolo Bianca luce nera
- Max Gazzè Il farmacista
- Fulminacci Santa Marinella
- Gaia Cuore amaro
- Francesca Michielin / Fedez Chiamami per nome
- Madame Voce
- Fasma Parlami
- Ghemon Momento perfetto
- Francesco Renga Quando trovo te
- Coma_Cose Fiamme negli occhi
- Gio Evan Arnica
- Bugo E invece si
- Random Torno a te
- Aiello Ora
Sanremo 2021, Barbara Palombelli e il monologo per le donne
“Negli anni ’70 dovemmo lottare per i diritti, voi li avete trovati già fatti, sta a voi difenderli con il sorriso determinato che sapete di avere. La chiave del nostro futuro è ribellarci sempre, tanto ci umilieranno, ci metteranno le mani addosso, non saremo mai perfette, non andremo mai bene come non va bene Liliana Segre, senatrice a vita che a 90 anni non può vaccinarsi senza scatenare odi micidiali”. Il monologo di Barbara Palombelli all’Ariston è un appello alle ragazze, alle donne, alle nonne “a non arrendersi anche se il prezzo è molto, molto alto”.
Sul palco del festival di Sanremo la giornalista racconta la sua storia ragazza ribelle, che amava i Beatles e i Rolling Stones ma guardava Sanremo con il padre che la sognava simile a Gigliola Cinquetti. Una ragazza che a 15 anni iniziò a lavorare “e non ho mai smesso, ha fatto la standista, la segretaria, la sondaggista, la commessa per tanti anni. Studiate fino alle lacrime e lavorate fino all’indipendenza, perché alla fine funziona”, sottolinea ricordando la chiamata di Ugo Stille al Corriere della Sera, poi l’esperienza a Repubblica, in un amarcord accompagnato dai successi storici del festival.
“Le donne forti, in questa Europa guidata dalle donne – dice ancora – devono contribuire alla grande rinascita nostro paese, ci credo, sento che sta per avvenire. Non vi fermate, correte, andate incontro al futuro senza farvi togliere il fiato, il cuore, la dignità. Come ha detto Papa Francesco, dobbiamo osare: non vi arrendete, facciamo rumore”.