Servizio Pubblico, la proposta di Santoro: Beppe Grillo presidente Rai

Pubblicato il 24 Febbraio 2012 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA

Beppe Grillo (Foto LaPresse)

ROMA – Durante la puntata di giovedì 23 febbraio Michele Santoro ha lanciato una proposta, o meglio una provocazione: eleggere come presidente Rai… Beppe Grillo. La puntata non si è solo caratterizzata per il nuovo monologo di Adriano Celentano, ma anche per questa domanda lanciata nell’etere: chi vuole Grillo a capo della Rai?

Già durante la settimana era stato lanciato un sondaggio, su quale personaggio sul web: quale personaggio vorreste vedere in Rai? A stravincere è stato Beppe Grillo, che in Rai è una vita che non ci mette piede. E allora Santoro, ad inizio trasmissione giovedì sera, ha rilanciato: “Volete Beppe Grillo alla presidenza della Rai?”. Ad aprile infatti il consiglio d’amministrazione di Viale Mazzini andrà rinnovato. Finora il popolo della Rete ha risposto entusiasta cliccando sul “sì” per l’80%.

L’intervento di Celentano. Nel post partita di Sanremo Adriano Celentano, per niente pentito, dopo aver attaccato giornali cattolici e sentenze della Consulta, prende di mira direttamente la Rai, replicando alle accuse dei vertici di Viale Mazzini per il suo intervento al Festival.

Il terreno di gioco, questa volta, non e’ l’Ariston, ma ‘Servizio pubblico’ di Michele Santoro, un altro che con la tv pubblica ha avuto un rapporto tribolato. ”Credo che l’errore stia proprio nel meccanismo di conduzione della Rai – ha risposto il Molleggiato ad una domanda di Sandro Ruotolo sul perche’ siano arrivate critiche feroci dai dirigenti aziendali nonostante gli alti ascolti -. Finche’ i partiti continueranno a litigarsela, la Rai sara’ sempre preda di sotterfugi, intrighi e sospetti a danno del Paese. E’ difficile non pensare che lo stesso direttore generale non sia sottoposto a pressione da parte dei partiti, e non soltanto della destra, ma anche della sinistra”.

Dalla sponda opposta, poche ore prima della trasmissione, e’ arrivata la notizia dell’apertura di una procedura per valutare eventuali violazioni del codice etico aziendale che Celentano, pur nella massima liberta’ di azione concessa dal contratto firmato, si era impegnato a rispettare. Ad attivarla il dg, che ne ha dato comunicazione in consiglio di amministrazione, dimostrando che lo tsunami provocato dal Molleggiato ai piani alti di Viale Mazzini e’ tutt’altro che dimenticato, anche se l’arma azionata potrebbe risultare spuntata vista l’indeterminatezza dei tempi d’accertamento e delle possibili sanzioni. La Lei avrebbe anche spiegato che la presenza dell’artista sarebbe stata subita dalla direzione generale, che avrebbe appreso della sua partecipazione a cose praticamente fatte.

A ‘Servizio pubblico’ Celentano e’ intervenuto anche su societa’ e politica. ”Qualcosa mi dice che il cambiamento e’ nell’aria e che il vento di questo cambiamento sta diventando una tempesta – ha sostenuto -. Alle prossime elezioni potrebbero esserci delle sorprese”. Ma al centro del suo intervento non poteva che esserci il suo monologo di Sanremo. ”Io non cambierei una virgola di cio’ che ho detto – ha affermato – Non ho fatto altro che mettere in evidenza cio’ che e’ inutile per la Chiesa. Per me rimangono inutili fino a quando sia Famiglia Cristiana che l’Avvenire non cambiano la loro linea editoriale”.

Poi quando Ruotolo ha ricordato che ”nelle alte sfere del Vaticano” lo attaccano ”perche’ il Paradiso del Re degli Ignoranti diventa una sorta di nuvola dorata”, Celentano ha replicato: ”Ma loro non sanno com’e’ il Paradiso”. Il Molleggiato pensa comunque che la sua esperienza a Sanremo sia conclusa.

Terminata, di certo, e’ l’avventura del direttore artistico, Gianmarco Mazzi, finito oggi nel mirino di diversi consiglieri Rai insieme a Mauro Mazza. In cda l’operato del direttore di Rai1 sarebbe stato oggetto delle critiche da Giorgio Van Straten, Rodolfo De Laurentiis e Giovanna Bianchi Clerici ed anche il presidente Paolo Garimberti avrebbe espresso piu’ di una perplessita’ sulla sua gestione. Solo Guglielmo Rositani lo avrebbe difeso, rimarcando i buoni risultati di share. Ora la parola passa al dg, che la prossima settimana, quando l’argomento dovrebbe tornare in discussione, potrebbe dire la sua sul futuro della prima rete. Piu’ di un consigliere non fa mistero di spingere per una sostituzione di Mazza, anche se e’ opinione diffusa a Viale Mazzini che un vertice in scadenza difficilmente si incamminera’ su questa strada.