Strage di Erba, Olindo Romano alle Iene: “Ho confessato per proteggere Rosa e lei me”

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Ottobre 2018 - 08:48 OLTRE 6 MESI FA
Strage di Erba, Olindo Romano alle Iene: "Ho confessato per proteggere Rosa e lei me"

Strage di Erba, Olindo Romano alle Iene: “Ho confessato per proteggere Rosa e lei me”

ROMA – “Ho confessato per proteggere Rosa e lei ha confessato per proteggere me”. Risponde così Olindo Romano alle domande di Antonino Monteleone. Il sesto appuntamento dell’inchiesta delle Iene dedicata alla strage di Erba si svolge nel carcere milanese di Opera, dove Olindo è rinchiuso da 12 anni. La moglie Rosa Bazzi, condannata insieme a lui all’ergastolo, è invece reclusa nel carcere di Bollate.

Era l’11 dicembre del 2006 quando Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini con il suo cane furono uccisi a colpi di coltello e spranga in una palazzina a Erba, provincia di Como. “Ho di fronte il mostro che ha preso a sprangate e sgozzato 4 persone o un povero cristo finito in carcere per un orrendo delitto che non ha mai commesso?”, si domanda Monteleone mentre microfoni e telecamere vengono sistemati nella stanza. 

E’ la prima volta di Olindo in tv, dopo 12 anni di silenzi. L’inchiesta delle Iene era partita dai dubbi di Azouz Marzouk, che nella strage ha perso la moglie Raffaella e il figlioletto di appena 2 anni Youssef. Poi la testimonianza dell’unico superstite, Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, risparmiato dagli assalitori perché creduto morto e che ha riconosciuto Olindo come colpevole. In realtà, nelle sue prime parole al risveglio avrebbe parlato di un’altra persona, di carnagione olivastra, che non aveva mai visto prima e non del posto.

Alle Iene Olindo Romano continua a professare la sua innocenza. “Forse ci hanno scambiati per quello che non eravamo, i fatti non coincidono con tutto quello che è successo, comprese quelle mezze confessioni, non sono stato io a uccidere quelle persone”, dice.

Ma non vuole fare nomi su chi possa aver compiuto la strage. “Quando vieni accusato ingiustamente – spiega – poi ti guardi bene dal puntare il dito a qualcuno se non sei più che certo”.

Secondo la sentenza, passata in giudicato, Olindo e Rosa ammazzarono i vicini di casa per le continue liti condominiali. “Litigavamo con loro per le solite liti condominiali – spiega alle Iene Olindo – Il motivo della prima era su una festa. Avevo la camera da letto sotto il soggiorno, andavano avanti fino alle quattro del mattino. E io mi dovevo svegliare alle cinque”. “Non ho mai visto spacciare, però il vai e vieni c’era – prosegue – Ci arrivava di tutto. Si capiva che c’era qualcos’altro, oltre alle feste. Ammazzi uno perché non lo sopporti? Litigare sì”.

“Gli assassini erano dei professionisti, non hanno lasciato in giro niente”, aggiunge. E a quel punto la domanda sorge spontanea: “Perché ha confessato?”

“Ci siamo ritrovati in un contesto che ci portava a quello. Ci siamo trovati da casa nostra al carcere, nel giro di un’ora e mezza. In carcere non sapevamo neanche perché eravamo lì. Aspettavo qualcuno che venisse a dirmi qualcosa. Dopo due giorni sono arrivati due carabinieri. Ci hanno detto che eravamo messi male, e in poche parole ci hanno prospettato una via d’uscita. Era il minore dei mali confessare, una cosa così. Il mio primo pensiero era riuscire a vedere mia moglie, perché da quando eravamo entrati in carcere non l’avevo più vista. Noi abbiamo cercato di resistere. Però ti dicono: se non confessi non vedi più tua moglie… Anche quello ha influito. E quando sono arrivati i magistrati io mia moglie l’ho vista. Io il mio scopo l’avevo raggiunto, ma loro il loro no. Hanno fatto leva sui nostri sentimenti. All’inizio ai magistrati che volevano farci confessare l’avevamo detto che non c’entravamo niente. Ma loro hanno continuato a insistere. E non so neanch’io come sia successo, ma è saltata fuori tutta questa storia”.

Già nel quinto episodio dell’inchiesta le Iene si erano soffermate sulle confessioni. Dalle intercettazioni emergerebbe che Olindo decise di confessare sperando di evitare l’ergastolo e di lasciare libera la moglie. Rosa Bazzi però non ci sta e confessa per prima. Olindo poi prova a scagionarla, sostenendo di aver fatto tutto da solo. 

Monteleone gli domanda come facesse allora a conoscere dettagli che solo chi era stato sul luogo della strage poteva sapere? “Ce li hanno fatti vedere loro! I magistrati, ci coinvolgevano loro! E alcuni dettagli li abbiamo visti su un mucchio di fotografie degli omicidi che ci hanno messo sul tavolo. Avevamo ammesso la premeditazione per avvalorare la strategia difensiva decisa con l’avvocato precedente. Se tornassi al 2006 sicuramente non rifarei la confessione”.  

L’intervista vira poi sulla vita di Olindo in carcere: “Oggi mi sono iscritto a Biologia, va benino, riesco a cavarmela. Mezza giornata la passo in cucina, il tempo che rimane faccio un po’ di pulizie…”, racconta. “Vedo Rosa una volta al mese per un’ora e ci parlo al telefono una volta a settimana”.

Sulla revisione del processo Olindo Romano afferma: “Siamo passati da 26 giudici: vorrei trovare un giudice onesto. Ma dopo tutto questo chi è che si prende la patata bollente? Penso che la vicenda giudiziaria non sia conclusa perché se non siamo stati noi, è stato qualcun altro. Male che vada, quando arriviamo a Strasburgo qualcosa cambia. Sul piano giudiziario ci daranno ragione per forza. Ci vorrà un po’ di tempo ma arriverà”.

Questo il link per guardare l’intervista integrale: https://www.iene.mediaset.it/2018/news/olindo-romano-intervista-esclusiva-integrale-carcere-strage-erba-rosa-bazzi_213461.shtml