Strage di Erba, nuovo testimone a Le Iene: “C’era faida tra marocchini, Rosa e Olindo innocenti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Novembre 2020 - 12:00 OLTRE 6 MESI FA
Strage di Erba, nuovo testimone a Le Iene

Strage di Erba, nuovo testimone a Le Iene: “C’era faida tra marocchini, Rosa e Olindo innocenti”

Strage di Erba, nuovo testimone a Le Iene: “C’era faida tra marocchini, Rosa e Olindo innocenti”.

C’è un un nuovo testimone, intervistato da Le Iene, nel caso della strage di Erba, in cui vennero uccisi a colpi di spranga e coltello Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.

“Alcuni marocchini hanno accoltellato me, il fratello di Azouz, Borhen il cugino e il fratello di Borhen che abita a Como. C’erano problemi per motivi di droga”, racconta a Le Iene Abdi Kais, tunisino arrestato insieme ai componenti del “clan Marzouk”, e che risultava residente proprio nella casa di Azouz e Raffaella. Una testimonianza che potrebbe riaprire la pista delle “cattive frequentazioni” di Azouz Marzouk e sulla concorrenza tra diverse etnie nell’attività di spaccio della zona.

Secondo il testimone ascoltato da Le Iene non furono quindi Rosa e Olindo a commettere la strage di Erba, perché incompatibili per corporatura, preparazione fisica e velocità di esecuzione con quella mattanza. “Sono 5 persone, non una o due. Guardando Rosa e Olindo, non è possibile”, dichiara l’uomo a Le Iene. Poi aggiunge: “La corporatura di Raffaella era abbastanza forte, non è facile buttarla giù per terra. Invece quei marocchini erano aggressivi”. 

Testimone riapre caso?

Negli anni scorsi per tre volte la difesa di Rosa e Olindo ha chiesto alla Cassazione di poter analizzare i reperti rinvenuti sulla scena del crimine e nonostante tre decisioni favorevoli in tal senso, le Corti di Como e Brescia di volta in volta non hanno acconsentito a queste analisi. 

Ora per la quarta volta la difesa di Rosa e Olindo è tornata in Cassazione. “Purtroppo è arrivata una notizia contraria”, dice Fabio Schembri, l’avvocato di Rosa Bazzi e Olindo Romano. “Nel senso che c’è stato un rigetto che allo stato impedisce l’analisi di questi reperti. Sarebbe stato molto importante analizzare al fine di presentare insieme ad altri elementi la richiesta di riapertura del processo”. 

Il ricorso è stato respinto, ma rimane ancora uno spiraglio riguardo alle motivazioni, non ancora pubblicate, che accompagneranno questa decisione. Un’eventuale analisi dei reperti potrebbe risultare decisiva a rintracciare quel DNA di Rosa e Olindo. Un DNA mai ritrovato sulla scena del crimine. (fonte LE IENE)