Tg1, con Mario Orfeo edizione delle 20 sale al 24% di share

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Luglio 2014 - 19:43 OLTRE 6 MESI FA
Tg1, con Mario Orfeo edizione delle 20 sale al 24% di share

Foto LaPresse

ROMA – Gli ascolti del Tg1 tornano a salire nell’edizione delle 20 diretta da Mario Orfeo. Lo share sale al 23,87% per il telegiornale serale di Rai 1 che torna a puntare sulla politica.

Andrea Biondi sul Sole 24 ore scrive:

“«Sugli ascolti sono molto contento. Nel 2013 siamo stati l’unico telegiornale che ha guadagnato ascolti, sia alle 13.30 sia alle 20, invertendo un trend negativo dopo cinque anni. E questa tendenza si è confermata anche nella prima parte del 2014». Mario Orfeo, 48 anni, direttore del Tg1, guarda con soddisfazione ai dati del telegiornale alla cui guida è arrivato nel dicembre 2012, dopo aver diretto Il Messaggero (dal marzo 2011); il Tg2 (dall’agosto 2009) e Il Mattino (per sette anni, dal 2002, dopo una lunga esperienza a Repubblica)”.

Lo share medio nel 2013 è stato del 23,07% e nell’anno è salito di mezzo punto:

“A luglio è arrivata poi un’ulteriore crescita: +0,31 punti percentuali rispetto a luglio 2013, per uno share medio salito al 23,87 per cento. In definitiva, secondo le elaborazioni dello Studio Frasi su dati Auditel, per l’edizione di punta del tg della rete ammiraglia, l’audience media nel periodo fra il 1° gennaio e il 15 luglio si è attestata poco sotto i 5,4 milioni di spettatori. Medesimo trend per il Tg1 delle 13.30, con share salito di 0,7 punti percentuali al 23,25% a fine 2013. E anche nel mese di luglio 2014 lo share ha guadagnato quasi punto percentuale, attestandosi in media al 22,61 per cento”.

Per Orfeo il successo è dovuto al fatto che si è tornati a parlare di politica:

“«Gli ascolti stanno premiando il nostro modo di raccontare la politica, oltre che l’economia e il sociale». Proprio la politica, che è da sempre considerata un fardello per la tv pubblica, è secondo il direttore del Tg1 una leva, forse la principale, alla base della crescita di ascolti. E le tanto vituperate “interferenze” della politica? «Sinceramente non le sentiamo. Di questo devo ringraziare sicuramente la redazione. Siamo riusciti a fare del buon giornalismo televisivo anche con la Par condicio, che è una legge onestamente sbagliata, perché prescinde da quelli che sono i canoni della notizia».