Tg1, servizio sul Papa “indigesto” al Vaticano. Secondo il Fatto Quotidiano ha “rimediato” Marco Simeon

Pubblicato il 26 Novembre 2010 - 20:03 OLTRE 6 MESI FA

Il cardinale Angelo Bagnasco con Marco Simeon

Il Tg1 manda in onda un servizio poco gradito al Vaticano e poi corre ai ripari con un pezzo di Marco Simeon sull’approfondimento Tv7. Secondo Carlo Tecce, che ha ricostruito la vicenda sul Fatto Quotidiano (in un articolo ripreso anche dal sito Dagospia), tra Viale Mazzini e via della Conciliazione si è sfiorato “l’incidente diplomatico”. Uno scontro che sarebbe stato evitato grazie all’intervento di Simeon, giovane direttore di Rai Vaticano.

Secondo Tecce il “casus belli” sarebbe stato un servizio sul libro di Benedetto XVI: “Martedì scorso il Tg1 ha confezionato un servizio indigesto per il Vaticano – firmato (controvoglia) da Fabio Zavattaro – sul libro Luce del mondo di Benedetto XVI. E pensare che Minzolini e il vice Fabrizio Ferragni, uomo di raccordo con l’Opus Dei, credevano nel buon servigio. È gelido il commento di padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana: “Io personalmente non ho visto il Tg1. Ma ho sentito voci da noi che non l’hanno apprezzato”, dice al Fatto Quotidiano. Panico”.

Il Tg1, allora, secondo Tecce, ha deciso di “correre ai ripari e cancellare la vox populi di Zavattaro, i pareri raccolti per strada che irritano il Vaticano: “La vita matrimoniale è una scelta”. E peggio: “Questo dice il Papa, non è condiviso”. E sull’eucarestia ai divorziati? “Non è giusto, la comunione sia per tutti”. Per coprire il buco occorre una toppa adeguata: grande, visibile, immediata. Idea di Minzolini: un Tv7 celebrativo o uno Speciale Tg1 per enfatizzare la Luce del mondo di Benedetto XVI. Il Vaticano chiude i portali: nessuno esce per una visita a Minzolini. E allora il direttorissimo evita di allargare lo strappo con scuse improvvisate”.

I Tg1 ha rischiato, per Tecce, di vanificare “l’elogio di nove minuti nove di Marco Simeon a Tv7 (venerdì scorso) sui cardinali: “Il colore rosso dei vestiti è una metafora del sangue, simboleggia la fedeltà nel vicario di Cristo, il Papa””. Simeon aveva debuttato nel settimanale del Tg1 “con un pezzo di rilievo: non è un giovane praticante né un collaboratore esterno. Il 32enne Simeon è direttore di Rai Vaticano, un incarico ad interim (manca il voto ufficiale del consiglio di amministrazione) per la scomparsa a luglio di Giuseppe De Carli. Una doppia seppur momentanea poltrona per il genovese Simeon, nominato dodici mesi fa responsabile delle relazioni istituzionali e internazionali della Rai: contratto a tempo indeterminato per circa 500 mila euro l’anno, nonostante l’ira dei consiglieri d’opposizione e del presidente Paolo Garimberti. Un ragazzo prodigioso con una carriera che confonde tappe e potere: figlio di un benzinaio di Sanremo, laurea in Giurisprudenza (tesi sul segretario di Stato vaticano), siede giovanissimo nella Fondazione Carige, nel Cda dell’ospedale genovese Galliera. Un’ascesa in equilibrio tra Chiesa, finanza e mattoni: indicato da Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi, Priore del Magistrato di Misericordia, un’istituzione della Curia che aiuta i poveri e gestisce un patrimonio di 130 appartamenti”.

Simeon, come spiega Tecce, è molto inserito negli ambieni ecclesiastici: “A Genova conosce il vescovo Tarcisio Bertone, oggi segretario di Stato. E a Savona, durante una visita pastorale, incontra Benedetto XVI. Cesare Geronzi introduce il ragazzo dal gran futuro nella capitale: ambasciatore di Capitalia prima e Mediobanca poi presso la Santa Sede (e dove sennò?). Simeon ripete spesso una massima andreottiana: “Purché se ne parli”. Ma intorno a sé preferisce il silenzio. L’uomo del Vaticano comanda con disinvoltura nei corridoi di viale Mazzini e, all’occorrenza, lavora per la “santa informazione”. I numeri sono buoni”.