Ulisse un successo. Alberto Angela parla del rastrellamento di ebrei a Roma: “Ricordare è un vaccino”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2018 - 10:10 OLTRE 6 MESI FA
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Ulisse un successo. Alberto Angela parla del rastrellamento di ebrei a Roma: “Ricordare è un vaccino”

ROMA – Il rastrellamento nel quartiere ebraico di Roma del 16 ottobre 1943. Questo l’argomento a cui Alberto Angela ha dedicato la puntata di Ulisse andata in onda il 14 ottobre sulla rete Rai. Una puntata, la più politica forse del conduttore e divulgatore, che ha incollato i telespettatori alla televisione e riscosso successo sui social network, diventando il trend topic di Twitter italiano della serata. Troppe le similitudini tra la situazione politica di quell’autunno del 1943 e quella attuale, che obbligano a una dura riflessione. 

Angela sa così incantare il pubblico e conquistarlo, non solo raccontando le bellezze italiane ma anche le sue storie più torbide Lo fa con le testimonianze di Liliana Segre e Sami Modiano, con le ricostruzioni storiche di come gli ebrei sono stati prelevati dalle truppe tedesche e portati nel campo di sterminio di Auschwitz-Birchenau. Quel 16 ottobre 1943 sono state rastrellate 689 donne, 363 uomini e 207 bambini, quasi tutti appartenenti alla comunità ebraica, e solo 16 di loro sono sopravvissuti all’Olocausto.

Angela impone ai telespettatori una doverosa riflessione. La storia va riletta, il passato non può essere dimenticato: “Dobbiamo parlare di queste cose – dice – perché non vengano dimenticate. Dalla ex Yugoslavia al Ruanda i genocidi hanno continuato a esistere. Chi si occupa di Storia sa che con il passare delle generazioni i fatti si stemperano ma non deve succedere. Quel che è accaduto ai tempi dei nostri nonni, non lontanissimi, può accadere di nuovo”.

Una puntata di Ulisse da guardare in silenzio, scrivono su Twitter alcuni telespettatori. E i paragoni con l’attualità non possono non emergere: immigrazione, razzismo e non-accoglienza sono ormai temi all’ordine del giorno del governo. Ma Angela, che resta ai margini della polemica politica, si è limitato a sottolineare: “Ricordare è un vaccino, significa creare anticorpi affinché non accada mai più. Ed è importante che sia il servizio pubblico a fare questo passo”.