Vieni da Me, domanda imbarazzante a Cucuzza. E Caterina Balivo cita Marco Carta…

Vieni da Me, domanda imbarazzante a Michele Cucuzza. E Caterina Balivo cita Marco Carta...
Vieni da Me, Caterina Balivo e Michele Cucuzza (foto da video)

ROMA – A Vieni da Me il gossip si intreccia con le notizie di cronaca. Nell’ultima puntata, andata in onda durante la sentenza di primo grado per il processo a Marco Carta, Caterina Balivo ha lanciato una frecciata agli autori del programma. Durante l’intervista con le domande al buio a Michele Cucuzza, è apparsa la domanda: “Mai mai rubato qualcosa?”. Cucuzza ha detto di no e la conduttrice allora ha rivolto una domanda agli autori: “Ma perché questa domanda? Perché oggi c’è il processo di Marco Carta?”. Il cantante proprio in quei minuti è stato assolto dall’accusa di aver rubato alcune magliette alla Rinascente di Milano.

Marco Carta assolto dall’accusa di furto.

“E’ come se mi svegliassi da un brutto sogno”. Marco Carta, cantante e vincitore di Amici e del Festival di Sanremo, affida ai social network – dove conta più di 700 mila follower – le sue parole dopo essere stato assolto a Milano dall’accusa di avere rubato sei magliette alla Rinascente. “Adesso posso riprendere ancora più forte la mia musica e le mie giornate, ora posso tornare a sorridere”, si legge nel suo post di ringraziamento alla famiglia, agli amici, al fidanzato e anche ai suoi avvocati che gli hanno anticipato la notizia per telefono, facendolo scoppiare in lacrime di gioia.

I guai giudiziari di Carta, nato a Cagliari, erano cominciati lo scorso 31 maggio, quando era stato arrestato sulla soglia del grande magazzino al centro della città insieme ad un’amica, l’ infermiera 53enne Fabiana Muscas, dopo che la placca adesiva all’interno delle t-shirt aveva fatto scattare l’allarme. Dopo una notte ai domiciliari, il giudice Stefano Caramellino – lo stesso che lo ha assolto oggi – aveva deciso di non convalidare l’arresto per lui ma solo per la donna, che era stata ritrovata in possesso della refurtiva. Entrambi sono comunque finiti a processo ma le due posizioni sono state separate alla prima udienza, poiché l’infermiera ha deciso, d’accordo con il suo legale Giuseppe Castellano, di chiedere di essere ammessa all’istituto della messa alla prova, ovvero di potere svolgere lavori di pubblica utilità.

Durante l’udienza del 31 ottobre, che si è svolta a porte chiuse per via della scelta del rito abbreviato (che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna) sono stati proiettati i video delle telecamere di sorveglianza. Immagini considerate decisive sia dal pm Nicola Rossato, secondo il quale in quei fotogrammi è contenuta la prova della colpevolezza di Carta, che dai difensori, gli avvocati Simone Ciro Giordano e Massimiliano Annetta. Il pubblico ministero aveva quindi chiesto una condanna a 8 mesi di carcere e a 400 euro di multa, al termine di una requisitoria in cui ha sostenuto che i due avevano rilasciato dichiarazioni contraddittorie. E in cui ha continuato fino all’ultimo a sostenere la colpevolezza di entrambi gli imputati.

Dopo l’assoluzione, il pm Rossato ha lasciato l’aula senza rilasciare commenti ai cronisti, ma da quanto è trapelato impugnerà la sentenza, le cui motivazioni saranno depositate tra 30 giorni. “Il dato è talmente certo che siamo sicuri che la vicenda finirà qui”, hanno invece sostenuto i difensori, di fronte a una folta schiera di telecamere e taccuini al Palazzo di Giustizia di Milano. Il nostro assistito è innocente e ora lo possiamo dire ad alta voce – hanno continuato – il signor Carta ha sempre dichiarato la sua innocenza, oggi un giudice ha acclarato ciò e la questione per noi è chiusa qui”.

E’ attesa per il 6 novembre, intanto, la decisione della Cassazione sulla mancata convalida dell’arresto del cantante, che era stata oggetto di ricorso da parte del pubblico ministero. (Fonti Rai e Ansa).

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