ROMA – Intervistato da Caterina Balivo, ospite nel salotto di Vieni da Me, Rocco Papaleo ricorda la prima chitarra comprata negli anni ’70: “La comprai a metà con il mio amico Egidio per imparare a suonarla. Questa chitarra la tenevo io: ho iniziato a suonarla ed ho imparato, mentre Egidio no. Ad un certo punto mia madre ha deciso di riscattare l’altra metà della chitarra, dando 2.500 lire, che all’epoca non erano pochi, alla mamma del mio amico. Furono soldi ben spesi non solo per quello che ha prodotto dal punto di vista artistico, ma anche perché la chitarra ha dato un po’ un senso alla mia vita”.
“Quello musicale – dice Rocco Papaleo – è un linguaggio più alto, più spirituale, quello che ti mette in contatto con il divino e poi la musica se la suoni la penetri diversamente, la comprendi di più, si amplia il tuo sentimento rispetto alla musica. Il mio primo livello di attenzione, ad esempio, è quello musicale: se cammino per strada e sento uno che suona a 400 metri di distanza la mia mente va subito lì. La musica attira i miei sensi”.
Capitolo scuola.
“A scuola non posso negare di non essere stato uno studente brillante, poi me lo cavavo con la mia simpatia. Una volta scrissi un tema, un compito in classe, con uno stile giornalistico, mi pare fosse il ’68, e il professore mi disse che non era farina del mio sacco e lì per lì piansi poi anni dopo ci pensai e ne fui orgoglioso”.
Rocco parla poi del programma in onda in prima serata, Maledetti amici miei: “Secondo me è un esperimento perfettamente riuscito, la Buy come ci sopporta? A stento. Io ho cominciato con Monicelli – ricorda Papaleo – facevo una parte in una tromba delle scale, in una casa, però fa curriculum. Però anche solo aver sfiorato Monicelli… spero di aver avuto in qualche modo la sua benedizione. Giovanni Veronesi mi suggerii a Leonardo Pieraccioni per I laureati. Quali ruoli preferisco? Non faccio differenza fra ruoli, a me piace fare i bei ruoli, non mi interessa se comici o drammatici, cerco sempre di essere credibile, di avere una musicalità”.
Sanremo e la farfallina di Belen.
“Devo dire, essendo molto miope, che non mi ero accorto della farfallina, pur avendo fissato il mio sguardo in quella zona. Emozionato a Sanremo? Alla fine è un teatro e mi sono sentito a casa, temo di più lo studio di un programma”.
Capitolo mamma.
“Ho perso mia mamma un anno fa, pane e frittata lo uso in un monologo al teatro al cinema come metafora verso la mia terra, i miei sapori. E’ stato pazzesco quando mia mamma è scomparsa (la signorina Giacomina ndr). Non è stata un’assenza drammatica, è stata una dolce mancanza, visto che il suo ricordo è ancora molto vivo”.
Poi Rocco Papaleo ha recitato un suo monologo che ha fatto commuovere la Balivo.
“Mia padre se ne è andato più di trenta anni fa – ha proseguito il noto attore lucano – sono figlio unico, e quindi fra di noi c’è stato un rapporto esclusivo. Qualsiasi cosa io facessi a lei piaceva, anche i film brutti che ho fatto”.
Fonte: Vieni da Me.