Home Restaurant in giro per il mondo

Di Margherita Ragg di thecrowdedplanet.com
Pubblicato il 22 Febbraio 2016 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA

Di Margherita Ragg di thecrowdedplanet.com

È risaputo che come si mangia a casa, non si mangia da nessuna parte. Non c’è ristorante stellato che possa battere le tagliatelle della nonna o il risotto del vostro amico di Verona. Sarebbe bello avere un amico ‘cuoco’ in ogni città, per provare sapori autentici e casalinghi senza pagare prezzi salati nei ristoranti del centro.

In realtà, il fenomeno degli home restaurant, i ristoranti in case private, esiste da tempo. È nato a Cuba, come risposta ai rigori del periodo especial degli anni 90. Gli home restaurant cubani si chiamano paladar, e di solito sono piccole trattorie con una mezza dozzina di tavoli, la mamma in cucina che griglia le aragoste e prepara arroz con frijoles mentre i figli servono ai tavoli.

In Europa, gli home restaurant hanno iniziato a diffondersi intorno al 2008-2009. A Londra, dove abitavo in quegli anni, non passava settimana senza che ne aprisse uno nuovo. Spesso, gli home restaurant londinesi offrivano qualcosa in più oltre una cena: per esempio, uno spettacolo di ‘poesia di strada’ prima del dolce, uno show-cooking con chef stellato che sperimenta i piatti del suo nuovo ristorante oppure una cena mediorientale con musica e balli.

Il cibo era sempre ottimo, i prezzi molto più bassi rispetto ai ristoranti veri e propri, il servizio gentile e cordiale. Spesso i tavoli erano da condividere con altri, il che rendeva l’esperienza ancora più divertente – sono ancora in contatto con diverse persone che ho conosciuto davanti a una cena vegana giapponese o a un brunch giamaicano nel cuore di Brixton.

L’unico problema degli home restaurant è che sono difficili da trovare. Spesso sono semi-segreti, aperti solo per amici di amici, rintracciabili tramite passaparola o gruppi Facebook.

Ero talmente appassionata di home restaurant quando abitavo a Londra che una sera ho anche fatto la ‘guest chef’, proponendo la mia specialità: risotto con zucca e gorgonzola. Sarà stata l’emozione, ma purtroppo ho combinato un disastro, e da allora ho appeso il grembiule al chiodo e ho continuato a visitare ristoranti (segreti e non) solo ed esclusivamente da commensale.

Potete immaginare la mia felicità quando ho scoperto l’esistenza di VizEat, una piattaforma di social eating che è stata definita da The Times ‘l’Airbnb delle cene’. VizEat è il sito ideale per i viaggiatori amanti del buon cibo che vogliono conoscere piatti tipici e sapori autentici insieme alla gente del luogo.

Non si parla solo di condividere pranzi e cene – VizEat offre di tutto, dalla colazione agli aperitivi al brunch, passando per lezioni di cucina e ‘food walks’, per esempio una visita a un mercato parigino con degustazione di prodotti tipici.

Per ora, VizEat offre esperienze di social eating in 65 paesi del mondo, con più di 10,000 host iscritti alla piattaforma. La città con più eventi è Parigi, la patria di VizEat – che ne dite di un brunch con tango argentino o una cena creola?

In Italia Roma, Milano, Bologna, Firenze e Napoli sono presenti tra le destinazioni VizEat: per una cena a base di pasta fresca c’è l’imbarazzo della scelta, oppure si può scegliere qualcosa di più originale come un banchetto in stile Antica Roma (a Roma, ovviamente) o una cena vegan alla bolognese.

Prenotare un’esperienza VizEat è semplicissimo. Basta recarsi sulla home page di VizEat e inserire la destinazione che desiderate. È possibile applicare filtri alla ricerca, e visionare soltanto pranzi, cene, brunch o altro, oppure scegliere in base al prezzo. Una volta scelto l’host ideale, si effettua il pagamento direttamente sul sito VizEat e viene inviato l’indirizzo dell’evento. Ricordatevi di arrivare con tanto appetito!

VizEat offre uno sconto del 20% sul primo evento Vizeat, utilizzabile fino al 30 aprile. Basta cliccare su questo link e inserire il codice SOCIALEATING. Cosa aspettate? Pronti per una primavera ricca di sapori da tutto il mondo?