Italiani come i giapponesi: rinunciano alle ferie per colpa della crisi

Pubblicato il 2 Dicembre 2011 - 14:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – In tempi di crisi non solo una buona percentuale di italiani e’ disposta a fare sacrifici come ci dice il Censis, ma sta cambiando anche atteggiamento nei confronti delle ferie. Il numero medio dei giorni di vacanza disponibili si e’ ridotto rispetto all’anno passato, 28 contro 30, mentre aumentano i giorni di vacanza non goduti che passano dai 5 del 2010 ai 7 di quest’anno. I dati sono contenuti in una ricerca di Harris Interactive per Expedia, uno dei siti di viaggi online piu’ conosciuti al mondo.

Dall’indagine emerge che gli italiani sono primi in Europa per giorni di vacanza lasciati sul piano ferie (7, il 25% dei giorni disponibili) e sembrano seguire l’andamento degli stakanovisti giapponesi che non usufruiscono di sei giorni, ovvero oltre il 50% di quelli a loro disposizione. Da considerare che i lavoratori europei godono di un periodo di vacanza piu’ lungo, avendo mediamente a disposizione 25-30 giorni di vacanza in un anno. Fanalino di coda in questa classifica sono appunto gli abitanti della Corea del Sud, con 10 giorni, seguiti dai giapponesi con 11, dagli americani e singaporiani con 14.

Dalla ricerca emerge inoltre, francesi, giapponesi e italiani sono anche i meno capaci a staccare completamente dal lavoro durante le ferie: controllano la mail di lavoro e la segreteria anche quando sono in vacanza il 56% dei francesi, il 54% dei giapponesi e il 52% degli italiani. Il dato sconfortante e’ pero’ quello legato alla percentuale delle persone che temono che un’eventuale vacanza possa essere percepita negativamente dal datore di lavoro. Mentre in Danimarca e Norvegia e’ pari al 3% e al 4%, quella italiana sale fino 12%, superata di due punti solo da quella giapponese.

L’Italia e’ anche uno dei paesi con la pia’ alta percentuale in Europa tra coloro che dichiarano di non poter sostenere il costo di una vacanza (27%). Seguono l’Olanda con il 14% e la Germania con il 16%. Globalmente, i piu’ preoccupati per il costo di una vacanza sono gli americani (34%). Raddoppia la percentuale di chi preferisce essere pagato per le ferie non usufruite, cercando di sfruttare maggiormente i weekend e i piccoli break. Percentuale che passa dall’8% dello scorso anno al 15% dell’anno in corso.

Per quel che riguarda i ‘work addicted’, dall’indagine emerge che la Germania perde la storica leadership in merito alle persone che ammettono di aver cancellato o rimandato le proprie vacanze per motivi di lavoro. Al primo posto, troviamo la Spagna con con il 54%, seguita dal Giappone col 50% e dalla Svezia con 49%. L’Italia si colloca nel mezzo, con il 43%, lontani danesi e britannici al 30%.

Un altro dato interessante e’ quello che riguarda la percentuale delle persone che dichiara che il lavoro e’ la loro vita: il 15% di americani e canadesi dichiarano di sentirsi completamente rappresentati dal lavoro che svolgono e che sono anzi disposti a far a meno delle ferie. La percentuale media degli altri Stati e’ comunque attorno al 10%.