Mostre, Feltre onora il genio di Tancredi Parmeggiani

Pubblicato il 26 Marzo 2011 - 03:30 OLTRE 6 MESI FA

BELLUNO – Tancredi Parmeggiani, considerato un genio della pittura del Novecento, nacque il 25 settembre 1927 a Feltre e mori’ a Roma, in circostanze tragiche, il 27 settembre 1964, a soli 37 anni. Legato da rapporti d’amicizia con alcuni artisti locali, nella sua cittadina natale torno’ frequentemente nelle pause del suo vagabondare alla ricerca di nuovi impulsi e di una propria cifra espressiva.

Proprio per onorare la sua figura, apprezzata a livello internazionale, Feltre gli dedichera’ una mostra antologica che sara’ ospitata nella Galleria d’arte moderna ”Carlo Rizzarda”: la rassegna sara’ inaugurata l’8 aprile e restera’ aperta al pubblico sino al 7 agosto. L’evento e’ curato da Luca Massimo Barbero, direttore del Macro di Roma, con la collaborazione di un comitato scientifico composto da studiosi e storici dell’arte quali Gabriella Belli, Maria Vittoria Clarelli e Pier Giovanni Castagnoli.

Trascorsi gli anni dell’infanzia e della guerra a Belluno, in un collegio di Salesiani, Tancredi interruppe gli studi classici per iscriversi nel 1943 al liceo artistico di Venezia, frequentato in modo irregolare per i due anni successivi. Gli studiosi fanno risalire a questo periodo le prime notizie in grado di ricostruire la formazione culturale dell’artista veneto, che nel 1946 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Alla fine del 1947 si reco’ a Parigi ma venne rimpatriato con foglio di via obbligatorio e fu costretto a tornare a Feltre. Risale al 1949 la prima personale alla Galleria Sandri di Venezia con presentazione di Virgilio Guidi, mentre decisivo nella sua maturazione fu nel 1950 il soggiorno romano durato quasi un anno.

Nel 1952 Tancredi aderi’ al movimento spaziale, mentre un anno emblematico fu il 1955 che si apri’ con la definitiva separazione da Peggy Guggenheim e si chiuse con la partenza per Parigi. Il periodo trascorso nella metropoli francese rappresento’ una fonte di incontri determinanti: Dubuffet in primo luogo, poi Asger Jorn, Karel Appel, mentre ad Oslo, altra sua tappa straniera, fu affascinato dal lavoro di Munch. Tutti stimoli comunque determinanti per quel ritorno alla figura umana che scandira’ la produzione dei pochi anni che gli restarono da vivere.