TURISMO: ALBERI MONUMENTALI, “VIAGGIO” LUNGO PIANURA VENETA

Pubblicato il 16 Giugno 2010 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA

Sono storie antiche raccontate dagli alberi monumentali del Veneto: a fare da guida in questo ‘viaggio’ è l’artista Anna Cassarino. Un ‘viaggio’ che si sviluppa lungo le sette province venete e che merita, viste le distanze di essere suddiviso in più momenti.

“Li ho scelti – dice Cassarino – come autorevoli rappresentanti della loro specie perché l’emozione che suscitano può invogliare a conoscerli meglio e favorire l’immaginazione, risorsa di grande importanza per l’umanità”.

Provincia di Venezia – Chi visita la Villa di Stra, lungo la Riviera del Brenta, vedrà i cipressi calvi di Parco Pisani, viali di tigli, e i platani delle scuderie. E’ l’occasione di spingersi fino a Mira Porte, dove c’é una magnolia, della probabile età di 300 anni, una delle più antiche del Veneto, che si riproduce con il metodo più antico di impollinazione, attraverso il vento che trasporta il polline dalle infiorescenze maschili a quelle femminili. Un grande gelso dalla forma a candelabro vive da 400 anni vicino al mulino di Cinto, sul fiume Caomaggiore: un albero un tempo molto diffuso perché le sue foglie erano il cibo per i bachi da seta allevati dai contadini.

A Villanova di Sant’Antonio, a Fossalta di Portogruaro, davanti alla chiesetta di Sant’Antonio, c’é una quercia di circa 700 anni, dieci metri di circonferenza e dieci di altezza, uno degli alberi più robusti e antichi di Europa e d’Italia, sacro in tutto il mondo antico, le cui ghiande erano usate in passato per far farina per il pane e per nutrire i maiali. La corteccia, ricca di tannini, cura molte malattie della pelle.

Provincia di Verona – Nel comune di Caprino, località Platano, c’é il platano più antico d’Italia, dai 400 ai 700 anni, facilmente visibile lungo la strada, alto circa 20 metri, ma con un tronco dalla circonferenza di una decina, con un’inclinazione che ha consentito la facile scalata a 100 bersaglieri della banda austriaca nel 1937, in occasione di esercitazioni militari ed è per questo è chiamato platano dei 100 bersaglieri.

Nel paese di Mizzole c’é un frassino i cui rami escono dalla grata della cappella: si narra che il primo frassino sia stato piantato nel seicento in onore di santa Eurosia, che aveva protetto gli abitanti dalla peste e che quando l’albero sembrava morto e si era deciso di tagliarlo, era invece rifiorito. L’attuale ha meno di un secolo. Due enormi faggi, col tronco di sei metri di circonferenza e almeno 200 anni d’età si trovano nei pressi di Malga Dardo, raggiungibile da Erbezzo, in basso al sentiero di costa, mentre in località Chiomati, a quattro chilometri da Erbezzo, c’é un acero di monte di oltre cent’anni e lì vicino un noce della stessa età.

Provincia di Vicenza – Nel parco della villa di Trissino ci sono querce, spino di Giuda, lecci, tassi e bossi di circa 400 anni, mentre a Piovene Rocchette, all’inizio di via Alessandro Rossi, c’é un bel cedro deodara, il cui nome significa “degli dei”, simile a quello del Libano ma con gli aghi più lunghi e morbidi, di origine himalayana. Nel Giardino Parolini di Bassano si incontra un noce del Caucaso, ma anche, presso un piccolo stagno, un bel gingko biloba dalle foglie a ventaglio, una specie sopravvissuta dall’epoca giurassica, curativo in tutte le sue parti.

Una quercia di circa 500 anni è poi a San Floriano di Marostica, presso un gruppetto di case, sopra un ristorante. Ha 500 anni anche un castagno da maroni che si trova in una proprietà privata verso Crosara, lungo la stradina che si prende seguendo l’indicazione per la chiesa dei Capitelli.

Provincia di Padova – Un noce di 140 anni, non molto grande ma che, risvegliandosi solo al solstizio d’estate, con circa tre mesi di ritardo rispetto a tutti gli altri, riesce comunque a fare i suoi frutti in tempo si trova a Piazzola sul Brenta, nel parco di Villa Contarini, ornato di magnolie sempreverdi di età ragguardevole. Nello stagno del parco, cormorani, garzette e aironi che hanno scelto l’isoletta centrale come dimora invernale e luogo di cova e a primavera se ne vanno. Appena fuori dall’abitato di San Giorgio in Bosco, nel prato di villa Bolzonella, un acero campestre di circa 100 dalle foglie palmate e frutti che sembrano insetti alati, grandi come libellule anni e diverse querce rosse. Ad Este, appena dentro le mura del castello, si vede un bellissimo glicine. A Galliera Veneta, nel parco di villa imperiale, molti alberi venerabili: tassi, magnolie, cedri, carpini, pioppi. A Tribano, davanti al municipio, una bella magnolia di oltre un secolo.