Maria Elena Boschi contro Beppe Grillo: “Suo video maschilista e vergognoso. Non può assolvere il figlio col suo potere”

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Aprile 2021 - 08:43 OLTRE 6 MESI FA
Maria Elena Boschi contro Beppe Grillo: "Il suo video maschilista e scandaloso. Non può assolvere il figlio col suo potere"

Maria Elena Boschi contro Beppe Grillo: “Il suo video maschilista e scandaloso. Non può assolvere il figlio col suo potere”

“Il video di Beppe Grillo è scandaloso”. Non usa mezzi termini Maria Elena Boschi per condannare la difesa di Grillo padre nei confronti del figlio, accusato di presunta violenza sessuale di gruppo insieme a tre amici.

“Non sta a me dire chi ha torto e chi ha ragione, per quello ci sono i magistrati”, afferma la capogruppo di Italia Viva in un video su Twitter. “Ma che Beppe Grillo usi il suo potere mediatico e politico per assolvere il figlio, è vergognoso”.

Boschi: “Grillo maschilista”

Boschi stigmatizza innanzitutto il frasario tipico di colpevolizza la vittima. “Le sue parole sono piene di maschilismo: quando dice che la ragazza che ha denunciato il figlio è sostanzialmente una bugiarda perché ci ha messo otto giorni a denunciare, fa un torto a tutte le donne vittime di violenza perché forse Grillo non sa il dolore che passa nelle donne che a volte ci mettono anche settimane per superare dolore e angoscia”.

E, incalza, “quando Grillo ci spiega che suo figlio è innocente perché non è in carcere né ai domiciliari dice un falso dal punto di vista giuridico che non sta né in cielo né in terra”. “E anche – aggiunge Boschi – quando dice che i 4 ragazzi sono dei coglioni, dice lui, deresponsabilizza degli adulti maggiorenni e lo fa solo perché lui è famoso”.

Boschi: “Per Grillo due pesi e due misure”

Boschi aggiunge: “Mi piacerebbe che qualcuno, magari donna, nel M5s prendesse le distanze da Grillo e non perché io debba condannare il figlio di Grillo, non sta a me farlo e io sono garantista. Ma di che si lamenta Grillo? Vi ricordate cosa ha fatto a me, a mio padre alla mia famiglia, mio padre è stato accusato di ben altri reati, non di stupro, poi archiviati. Ma quanto odio e volgarità spesso inspirati da Grillo e M5s, noi abbiamo aspettato i giudici a differenza sua”.

“Oggi – conclude Boschi – Grillo ci spiega che ci sono due pesi e due misure, le regole che valgono per la sua famiglia e quelle che valgono per gli altri. Caro Grillo ti devi semplicemente vergognare”.

Beppe Grillo difende il figlio: “Arrestate me”

Beppe Grillo è apparso sui social di primo pomeriggio, schierandosi apertamente dalla parte di suo figlio. L’accusa che pende sulla testa del giovane Ciro è pesante: avrebbe violentato insieme ad altri tre ragazzi una studentessa scandinava in vacanza in Costa Smeralda.

La difesa del fondatore M5s è a tutto campo e immediata scatena una durissima reazione politica. Il tutto parte da una domanda (con annessa risposta) di Grillo: “Perché non li avete arrestati subito? Perché vi siete resi conto che non è vero che c’è stato lo stupro”.

Quindi, la chiosa disperata, urlata: “Se dovete arrestare mio figlio perché non ha fatto niente, allora arrestate anche me, perché ci vado io in galera”.

Beppe Grillo, le accuse al figlio

Sono trascorsi quasi due anni da quella notte di luglio 2019 quando, secondo le accuse, dopo una serata al Billionaire in Costa Smeralda, i quattro giovani avrebbero violentato la 19enne.

Concluse le indagini a novembre 2020, la Procura di Tempio Pausania, competente per il territorio della Gallura, sta per tirare le fila dell’inchiesta. A breve trasferirà gli atti al Gup del Tribunale e si conoscerà la sua scelta: richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione.

I legali hanno ribadito che i ragazzi si sono dichiarati innocenti “fin dall’inizio dell’inchiesta”. Ora alla loro voce si somma anche quella, altisonante, di Grillo padre: “Una persona che viene stuprata la mattina, il pomeriggio fa kitesurf e denuncia dopo 8 giorni è strano. E poi c’è un video in cui si vede un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si divertono e ridono in mutande”, perché “sono quattro coglioni, non quattro stupratori”.