Sala contro la Regione Lombardia: “Ora vogliono aprire tutto perché l’ha detto Salvini” VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Aprile 2020 - 12:34 OLTRE 6 MESI FA
giuseppe sala sindaco milano

Sala contro la Regione Lombardia: “Ora vogliono aprire tutto perché l’ha detto Salvini”

ROMA – “Salvini parla, Regione Lombardia esegue”. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala attacca Regione Lombardia che vuole riaprire le attività produttive a partire dal 4 maggio: “La settimana scorsa (…) mi è stato detto che ‘la situazione a Milano è molto preoccupante, possiamo immaginare di dare un’ulteriore stretta? Ieri l’annuncio di Regione Lombardia ‘riapriamo dal 4 maggio‘. Cosa è successo ieri? Lascio a ognuno di voi le vostre riflessioni, la mia idea è che ieri mattina Salvini ha detto ‘gli italiani sono stufi di stare in casa’, e Regione Lombardia ha eseguito“.

Il sindaco di Milano ha commentato nel consueto video sui social dal Comune, la richiesta della Regione Lombardia al governo di iniziare a ripartire il 4 maggio. “Io non sono contrario in principio a parlare di riapertura e ipotizzare riaperture graduali ma bisogna pianificarle”, ha aggiunto. “Siamo arrivati al weekend scorso di Pasqua e vi ricordate gli sguardi terrei nelle conferenze stampa di commento dei numeri e l’allarme su Milano? E poi, il governo chiede di riaprire le librerie, le altre Regioni dicono di si, Regione Lombardia dice di no”. 

Sala ha parlato degli stessi concetti in un’intervista a Repubblica: “La ripartenza il 4 maggio in Lombardia l’ha decisa la Regione o Salvini? Stanno passando dal terrore sul numero dei contagi di due giorni fa al liberi tutti. Un po’ più di equilibrio non guasterebbe”. 

Secondo Sala bisogna che siano “fornite le garanzie adeguate per chi andrà a lavorare. Quello delle 4D è uno slogan senza contenuto” (le 4 D proposte dalla Regione sono distanza, dispositivi e mascherine, digitalizzazione e diagnosi). “Tutti – osserva Sala – abbiamo continuato a dire che la salute è la prima cosa. Qualche settimana fa c’erano da sostenere le ragioni della chiusura e ci dicevano di guardare all’Oms, faranno così anche adesso?”.

Per tornare al lavoro in sicurezza, occorre fare i test di immunità e “purtroppo in Lombardia siamo indietrissimo. Siccome a Milano non si fanno, ho rotto gli indugi e mi sono accordato con il Sacco per farli in autonomia, cominciamo con i 4mila del personale Atm che lavorano nei trasporti, poi vediamo”.

Su Milano: “Ogni giorno nei bollettini non siamo messi bene ma quali dati ci vengono forniti? Non è mai stato fatto un campione rappresentativo della popolazione da analizzare per definire qual è il reale trend di contagio. Si passa da 3mila a 8mila tamponi al giorno nell’intera regione, una confusione tremenda”.

“Su Codogno la Regione si è trovata in una situazione difficilissima da gestire però mi sembra che ora stiano tirando avanti alla giornata. La gestione sanitaria in Veneto ed Emilia Romagna è stata diversa. Non lo dicono solo i numeri, purtroppo drammatici, dei decessi in Lombardia, ma anche quelli su mascherine, tamponi, test sierologici per la popolazione”.

Poi, a proposito della vicenda del Pio Albergo Trivulzio, è “arrivata la magistratura, ci sono le inchieste, noi abbiamo nominato Gherardo Colombo nel comitato di indagine. Tutti vogliamo vederci chiaro, il direttore del Pat farebbe bene a trarre le conclusioni”. E cioè, “se sei responsabile di una struttura che viene contestata così da medici, infermieri e famiglie, con accuse tremende, dimostrare di non essere attaccato alla sedia dovrebbe essere il minimo” (fonte: Ansa, Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev).